Il suo cognome, Calza, era quello di una delle famiglie più note di Medicina. Ma Bianca, per parte di madre, era anche una Gandolfi e la sua abilità con il pennello tradiva la parentela con una delle più importanti dinastie di artisti del Bolognese. Da domani una mostra celebrerà il suo talento di pittrice e, con quello, due famiglie che hanno fatto la storia del territorio: quello bolognese (i Gandolfi) e quello medicinese (i Calza). Le sue opere saranno esposte a Palazzo della Comunità, dove hanno sede il museo civico e la Pinacoteca Aldo Borgonzoni.
La mostra ‘Bianca Calza. L’ultima dei Gandolfi’, visitabile fino al 7 novembre, è stata presentata ieri in Comune. L’esposizione conta una quarantina di opere della pittrice e a renderla possibile è stata, nel 2014, una donazione di 21 quadri da parte degli eredi della famiglia.
"Già da un paio d’anni pensavamo a questa mostra – racconta Enrico Caprara, presidente del Consiglio comunale con delega alla Cultura – e finalmente ci siamo arrivati. L’esposizione parte dal fatto che la madre di Bianca era una Gandolfi, cioè discendente di una famiglia che tra ‘700 e ‘800 diede il meglio della pittura del territorio". Non è un caso se Bianca, scomparsa nel 1977, riposa alla Certosa, nella tomba monumentale di Gaetano Gandolfi, ricordata in un’epigrafe come "pittrice insigne". E un filo rosso legherà Medicina alla Certosa, perché durante la mostra si terranno visite guidate e conferenze serali in entrambi i luoghi.