FRANCESCO PANDOLFI
Cronaca

Bologna, caso Carabellò. "Biagio ucciso, lo dice la giacca" / FOTO

La criminologa Bruzzone sul 46enne sparito nel 2015

Da sinistra: Barbara Iannuccelli, Susanna Carabellò e Roberta Bruzzone

Bologna, 7 marzo 2018 – «Dopo oltre due anni siamo sicuri che Biagio Carabellò sia stato ucciso». L’avvocato Barbara Iannuccelli, la sorella di Biagio, Susanna, e la consulente della famiglia Roberta Bruzzone, nota criminologa e psicologa forense, non hanno dubbi, quello dell’operaio di 46 anni, sparito dalla Bolognina il 23 novembre 2015, non è un caso di scomparsa, ma un omicidio.

La prova sarebbe una giacca del quarantaseienne ritrovata dai Ris dentro un armadio in casa di Biagio e su cui sono state trovate macchie di sangue dello scomparso nonostante fosse stata lavata.

«Siamo di fronte a un caso di omicidio con distruzione di cadavere – spiega Bruzzone –. La giacca è un elemento molto importante e analizzando la traccia lasciata dal sangue possiamo ipotizzare che Biagio non l’avesse addosso al momento dell’omicidio, ma che la giacca fosse nelle vicinanze. Quindi pensiamo sia stato ucciso in un luogo chiuso e non lontano da casa».

Proprio quelle tracce di sangue, stando a quanto riferito dall’avvocato Iannuccelli, sono state repertate dai Ris, che hanno tagliato i pezzetti di tessuto su cui sono state ritrovate. Bruzzone, poi, ipotizza anche come sia potuta avvenire l’aggressione: «Pensiamo che sia stata una crisi violenta, di impeto – continua la criminologa –. Chi ha ucciso Biagio, forse, voleva solo spaventarlo e ha finito per ammazzarlo».

Bruzzone, quindi, fa un quadro anche su oltre due anni di indagini: «La procura ha fatto un ottimo lavoro fino a oggi. Questa è una storia tempestata di bugie. Noi siamo partiti proprio da quelle e dalle persone che hanno cambiato più volte la loro versione – dice la criminologa –. Quando l’assassino si è liberato del cadavere potrebbe anche essere stato aiutato. Per quanto ci riguarda possiamo dire di avere una pista».

Una pista che condurrebbe a una persona vicina a Biagio e su cui la famiglia punta molto. L’avvocato Iannuccelli, che da anni si batte per scoprire la verità sulla scomparsa del 46enne, lancia un appello finale: «Siamo certi che qualcuno sa cosa sia successo, ma ha paura di parlare. A questa persona diciamo di farsi avanti di dire ciò che sa. La famiglia di Biagio ha il diritto di sapere la verità».