Venti attivisti, tutti riconducibili alle frange anarco-ambientaliste bolognesi. Riconosciuti con bastoni e pietre in mano, a usare transenne come alari contro la polizia. Gli accertamenti della Digos, dopo gli scontri di giovedì mattina al parco Don Bosco, hanno già prodotto i primi risultati, portando all’individuazione di questo primo gruppo di facinorosi, professionisti del disordine già noti, che dopo aver sposato la causa, anche condivisibile, del comitato ‘No Besta’, l’hanno strumentalizzata per raggiungere il proprio obiettivo: creare tensione sociale e arrivare allo scontro di piazza.
E giovedì, come già avvenuto il 3 aprile scorso, è successo, in una lunga mattinata di passione. Tra i venti già identificati, è necessario puntualizzarlo, non ci sono esponenti ‘semplici’ del comitato cittadino contrario alla realizzazione delle nuove scuole al parco Don Bosco, ma solo volti già noti della contestazione. Una volta terminate le indagini, che stanno proseguendo nell’analisi di video e foto, risponderanno, a vario titolo, di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre che di lancio pericoloso di oggetti.
Ieri mattina, il questore Antonio Sbordone, che aveva già avuto parole di ringraziamento per i poliziotti (undici sono rimasti feriti) ha incontrato i dirigenti e alcuni agenti che, con il loro lavoro, hanno garantito lo svolgimento in sicurezza dei lavori previsti. Sbordone ha sottolineato "l’ottima sinergia dimostrata tra il dirigente responsabile del servizio, i funzionari della Questura e gli appartenenti ai diversi uffici coinvolti, tra cui Digos, Scientifica e Reparto mobile".
"Quanto accaduto è vergognoso: la violenza non è mai giustificata e non esistono idee o valori che legittimino l’aggressione agli operatori delle forze dell’ordine", le parole del segretario generale del Sap Stefano Paoloni: "Il nostro è uno Stato di diritto pertanto le regole vanno rispettate e noi facciamo solo il nostro dovere. Il confronto va fatto con le Istituzioni o con la politica". Felice Romano, segretario generale del Siulp, sottolinea "come ancora una volta tra i manifestanti si sono mischiati i professionisti del disordine. Ed immancabilmente sono arrivati gli scontri, la violenza, il sangue e i ricoveri. È bene che tutti sappiano che i modelli operativi adottati dal nostro Dipartimento sono tutti basati sul contenimento delle condotte anche violente da parte dei manifestanti, che, evidentemente, superano per far sì che si sfoci nella violenza vera e propria. Che noi siamo demandati a contrastare per la sicurezza pubblica. Ma così non si può più andare avanti. Si deve al più presto giungere ad un tavolo di lavoro per nuovi modelli operativi".
Ieri pomeriggio, circa 200 persone hanno partecipato all’assemblea organizzata dal Comitato Besta al parco Don Bosco. Un incontro proseguito fino alle 20,30, quando il gruppo è partito per un breve corteo, senza tensioni, nel quartiere per poi sciogliersi.