
Fabrizio Cariati, già frontman dei Nuju, lavora nella formazione professionale e con i minori del Pratello
Si intitola ‘Under the red sky’ ed è una canzone che "ha il sapore della libertà", dicono i ragazzi che l’hanno scritta. È una rivisitazione di ‘Bella Ciao’, disponibile su YouTube, realizzata da studentesse e studenti tra i 15 e i 18 anni dei corsi di Oficina Impresa Sociale Srl. Il brano nasce per celebrare l’80esimo anniversario della Liberazione. Ma loro hanno deciso di inciderlo in italiano e inglese, accompagnati da chitarre, percussioni, tastiere e sax, e di parlare di problemi attuali, come la guerra e le discriminazioni di genere. Il laboratorio ‘Oficina musicale’ è condotto dal musicoterapeuta e formatore Fabrizio Cariati, già frontman dei Nuju, che propone questa attività da oltre dieci anni, sia in contesti scolastici come la formazione professionale sia al Pratello, l’istituto penale per minori di Bologna.
Cariati, come nasce l’idea della rivisitazione di ’Bella Ciao’?
"Ho proposto il tema ai ragazzi e da subito sono emersi spunti molto interessanti. Qualcuno ha suggerito di scrivere una canzone contro la guerra, qualcun altro contro le disuguaglianze di genere. Dopo aver raccolto le idee ed esserci esercitati sullo stile, abbiamo iniziato a buttare giù le strofe. Tra le basi sperimentate, i ragazzi hanno accennato ‘Bella Ciao’ e così ha preso forma il progetto".
L’hanno sorpresa proponendole temi tanto urgenti?
"In questi dieci anni c’è chi mi ha proposto di parlare di soldi, chi di macchinoni sull’onda della trap. Il fatto che questa classe abbia dimostrato di avere una forte coscienza politica e civile, sì, mi ha sorpreso. Hanno sollevato problemi di carattere esistenziale e di grandissima attualità, avevano bisogno di cantare e denunciare le ingiustizie sociali".
Come avete scelto il titolo?
"Una delle strofe è stata estratta da una poesia di una mia studentessa camerunese, Valentina, che ha 16 anni. I versi si intitolavano proprio ‘Sotto il cielo rosso’".
E l’apparato musicale come è stato costruito?
"Grazie a un mio studente, che suona molto bene la chitarra. Un altro ragazzo si presta di più alle percussioni e ha tenuto il ritmo durante tutta la parte di costruzione del brano. Mettendo insieme sinfonia e melodia siamo riusciti a comporre una canzone che richiamasse ‘Bella Ciao’, sia nell’intro sia nell’outro".
All’interno del laboratorio a quali altri progetti state lavorando?
"Proponiamo diverse attività pomeridiane, come il corso di teatro e alcune giornate dedicate allo sport. Negli anni sono stati fatti laboratori di serigrafia e giornalini scolastici. Si valuta di volta in volta cercando di intercettare i gusti dei ragazzi".
Amalia Apicella