BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Beatrice Alemagna: "I libri fermano il tempo"

L’autrice e illustratrice riceve la Targa Volponi (in collegamento). "Oggi c’è una rapidità tremenda in tutto, anche nell’infanzia"

Beatrice Alemagna: "I libri fermano il tempo"

Beatrice Alemagna, illustratrice e autrice bolognese. Da tempo vive in Francia

Qualcuno, ancora, sicuramente crede Beatrice Alemagna genericamente italiana o addirittura francese. Del resto l’autrice e illustratrice con oltre 30 libri all’attivo, ha lasciato Bologna quando aveva appena 25 anni, dopo gli studi a Urbino e con la consapevolezza che il suo stile avrebbe trovato più interesse Oltralpe. La Targa Volponi che riceve alle 18,30 virtualmente alla Casa dei Pensieri della Festa dell’Unità, poiché in collegamento streaming da Fontainebleau, dove vive, è un bel riconoscimento alla sua carriera e a una bolognese che ha portato il nome della sua città nel mondo. Come farà prossimamente alla Fiera del Libro di Francoforte che vede l’Italia paese Ospite d’onore. E nella città tedesca vedrà in mostra dal 17 settembre il suo libro storico Che cos’è un bambino? allo Struwwelpeter Museum.

Beatrice Alemagna, felice della Targa Volponi?

"Molto, è un bel riconoscimento dalla mia città che io rivendico sempre quando mi fanno le interviste e dicono genericamente che sono italiana. Tra l’altro, contemporaneamente, mi viene data la seconda medaglia d’oro a New York, dalla Società degli Illustratori, che ha appena premiato il mio libro Pepper e io edito da Topipittori e ora uscito in America".

Venticinque anni di vita in Italia e ventisei in Francia. Perché se ne andò da Bologna?

"A quel tempo capii che in Francia il mercato editoriale, era la fine degli anni Novanta, era più adatto e vicino al mio modo di creare e fare più avanguardistico. Sarebbe stato più facile lavorare con degli editori francesi piuttosto che italiani".

Come ha nutrito gusto e stile?

"Ho avuto dei genitori molto aperti e viaggiatori che mi hanno mostrato dei mondi. Vedevo persone arrivare alla Fiera del Libro per Ragazzi, con cui loro in alcune edizioni lavoravano, con libri stranieri che poi restavano spesso in casa mia perché non entravano nelle valigie. Li guardavo e li riscrivevo nella mia testa perché non potevo tradurli e in qualche modo c’è stato un sognare, un altrove da subito".

A un certo punto a Parigi ha iniziato a collaborare con il Centre Pompidou. Com’è successo?

"Andavo al cinema per ragazzi del Centre e conobbi l’organizzatrice che mi chiese perché fossi l’unica adulta che andava lì, con le scolaresche. Molto semplicemente mi è sempre interessato tutto quello che riguarda i bambini… da lì nacque comunque il lavoro di realizzazione dei manifesti, dopo che le mostrai i miei disegni, e durò dieci anni".

Com’ è il suo rapporto tra fantasia e realtà?

"È conflittuale a volte, perché la realtà mi può un po’ abbattere e deludere e quindi tendo a chiudermi nell’immaginazione, in un disegno, in una storia, per riprendere fiato. Di base credo comunque di fare libri realistici, anche se c’è l’elemento magico, un po’ di follia. Storie realistiche che riguardano le problematiche dei bambini. Andare a scuola, odiare la scuola, sentirsi inadeguato rispetto ai membri della propria famiglia, non riuscire a guardare il mondo perché si è chiusi nel proprio gioco elettronico. Del resto sono rodariana, non provengo dalle fiabe nordiche o da quelle mistiche giapponesi".

L’infanzia è in difficoltà?

"Dipende dai paesi e dalle situazioni politiche. Per restare in terre nostrane, c’è una rapidità tremenda in tutto, anche nell’infanzia. Se c’è una bella cosa del mio lavoro è quella di fare libri e i libri possono rallentare il tempo. Quando mi ritrovo a leggere con le mie figlie ecco che si crea una pausa di sogno e incontro".

A fine febbraio esce ’Sua altezza Poltiglia principessa di fango’, cosa racconta?

"Di una bambina che incontra, facendo un viaggio sotto terra, questo personaggio tutto nero e sporco di fango, regina di questo mondo, che la porta in giro attraverso le sue difficoltà legate alla rabbia. Una sorta di Alice nel paese delle meraviglie moderno".