Beatrice Alemagna e Concita De Gregorio saranno oggi alle 18 al cinema Modernissimo per presentare il libro ’In mezzo a un milione di rane e farfalle’ (Feltrinelli Junior). L’autrice e illustratrice bolognese, da anni cittadina francese, racconta come nascono i suoi disegni per questo "atlante delle cose perdute", di brevi racconti nostalgici scritti da De Gregorio "su cose grandi e piccole, persone vicine e poi lontane, su come si convive con l’assenza".
Beatrice Alemagna, come nasce questa collaborazione tra lei e Concita De Gregorio?
"Il libro nasce perché mettevo i miei schizzi su Instagram e Concita ha avuto voglia di scrivere i suoi pensieri partendo da questi disegni a cui si è ispirata, per poi partire su un’idea tutta sua che è quella della perdita, del passaggio del tempo. Lei ha dato una compiutezza ai miei schizzi, ai disegni provvisori e di ricerca che ho disegnato nel mio quaderno per mesi, li ha resi definitivi e ha dato loro una ragione d’essere. Non c’è immagine che io abbia rifatto per il libro, c’era già tutto".
Perché le sono piaciuti questi disegni incompiuti?
"Non saprei, ma lei mi dice sempre che ama il mio lavoro, che lo apprezza, lo stima e lo segue e pensare che sia partita proprio da questi disegni è molto affascinante".
Come vi siete conosciute?
"Lei risponderebbe che ci conosciamo da sempre, che ci conoscevamo già in un’altra vita, è una cosa molto carina. È vero che abbiamo delle somiglianze profonde, che tra noi c’è stima, affetto, sintonia, ma nella realtà ci siamo conosciute in seguito a un mio libro che ama da sempre, ’Mio amore’, che all’epoca esisteva solo in francese e che poi i Topi Pittori hanno tradotto in italiano. È il libro, dice Concita, che regala a tutte le coppie di innamorati, di nuovi sposi. Al tempo del libro ’I cinque malfatti’ mi invitò nella sua trasmissione su Rai Tre e poi per l’Unità, quando lei la dirigeva, ho creato il personaggio Piccoletta che lei ha molto sostenuto".
Come le risuona il soggetto del libro, la mancanza?
"Concita e io abbiamo una cosa in comune, che è quella che ha celebrato nel libro: ovvero una grande parte di nostalgia che non è da confondere con la tristezza, perché noi siamo anche persone molto vitali e allegre, sia io che lei scriviamo anche testi divertenti. La nostalgia è un sentimento che ti avvolge e ti riporta a dei pensieri, certamente rivolti al passato, a quello che è andato, ma possono anche essere pensati con un sorriso. La nostalgia non è per forza lacrime, può essere sorridente. Nel libro c’è la celebrazione di questo sentimento sotto tanti aspetti, che possono essere anche molto divertenti… se pensiamo al testo che si intitola ‘La reputazione’, si tratta di un passaggio leggero e buffo. Ha trovato un tono eccezionale che parla a tutte le età, un po’ come i libri universali dove si trova una lingua senza età".