GABRIELE MIGNARDI
Cronaca

Bazzanese, la strada maledetta. Quattro vittime in cinque mesi

Il 24 ottobre sono morte una 51enne e la nipote di 30 anni, mentre il 6 giugno è deceduta una 19enne. Velocità, difetti strutturali e aumento esponenziale del traffico: un tratto di sei chilometri molto pericoloso

Tiziana Brucato, a sinistra, morta il 24 ottobre, e la gemella Emanuela rimasta ferita

Bologna, 8 novembre 2023 – Quattro morti in cinque mesi. Triste primato quello detenuto dai sei chilometri della Nuova Bazzanese che attraversa il territorio di Zola Predosa. Velocità, difetti strutturali e l’aumento esponenziale del traffico seguito all’ampliamento delle zone produttive e commerciali tra il nodo di Casalecchio e il casello autostradale di Valsamoggia sono i fattori che concorrono ad un record poco invidiabile del tasso di insicurezza di questa arteria di scorrimento veloce tra Bologna e Modena, che costituisce la variante alla vecchia Bazzanese realizzata in più lotti a partire dai mondiali di calcio del 1990.

Due corsie per senso di marcia che per chi proviene da Casalecchio si riducono ad una sola corsia per senso di marcia all’altezza del capoluogo di Zola. Ed è il grave limite strutturale dell’assenza di una corsia di emergenza che è sotto accusa anche per la morte di Hanin Jemmali. Non è infatti la prima volta che in questo tratto automobilisti in panne vengano poi investiti da mezzi in transito mentre escono dall’abitacolo per tentare una riparazione o per chiedere il soccorso.

Sotto accusa anche la mancanza di illuminazione pubblica che in ore serali potrebbe aiutare la visibilità di mezzi necessariamente accostati al guard rail, ma ancora esposti sul lato che resta ad occupare una parte di carreggiata. Non è stata questa la fattispecie della tragedia famigliare che lo scorso 24 ottobre ha registrato due morti e due feriti a circa quattro chilometri di distanza, vicino al confine con Valsamoggia, dove a seguito di uno schianto frontale tra auto e camion sono decedute Lara Cattani, 51 anni di Formigine e la sua nipote Tiziana Brucato, 30 anni, siciliana della provincia di Palermo. Feriti, ma non in pericolo di vita la sorella gemella di Tiziana, e il figlio di Lara Cattani, Simone Brucato, 26 anni.

Tutti e quattro erano a bordo della Renault Clio bianca guidata dalla 51enne e diretta all’aeroporto di Bologna che al termine di una semicurva ha invaso la corsia opposta sulla quale sopraggiungeva un Tir.

In posizione intermedia, nei pressi dell’uscita 10 di Ponte Ronca, una croce bianca piantata sul terrapieno ricorda lo schianto di Daria Teodora Rotaru, diciannovenne residente a Valsamoggia, morta nella notte tra il 6 e il 7 giugno al termine di una carambola che ha coinvolto altri due mezzi e che ha visto avere la peggio la Dacia Sandero sulla quale intorno all’una e mezzo di notte la vittima viaggiava da sola.

Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, osserva che i dati dimostrano che gli incidenti stradali più gravi sono quelli che avvengono su strade extraurbane, e che dall’inizio dell’anno le vittime di incidenti stradali in area metropolitana di Bologna hanno già raggiunto quota 53.

"Il vulnus è la mancanza o scarsità dei controlli, perché questa situazione crea un senso di impunità – ribadisce Sorbi – Le cause più frequenti di incidentalità sono gli scontri frontali generati da un mix micidiale di distrazione ed eccesso di velocità. Lanciamo un appello affinché le forze dell’ordine ricomincino a fare prevenzione – conclude il presidente dell’Osservatorio – anche attraverso un maggior numero di controlli per ripristinare sia la sicurezza strada che la legalità, intesa come rispetto delle norme contenute nel Codice della strada che non è un insieme di divieti fine a loro stessi, ma regole per salvaguardare la propria e l’altrui vita".