Il progetto ‘Controllo di vicinato’ ha iniziato a prendere forma.
A seguito della stipula del protocollo con la prefettura, la giunta ha approvato la delibera tanto richiesta dal comitato ComiColli. Il progetto in questione, si aggiunge alle svariate iniziative che tentano di ‘rafforzare’ la sicurezza in città (come Porte Aperte di Ascom), accompagnando il lavoro delle forze dell’ordine, con l’istituzione di un vero e proprio controllo cittadino. "Uno strumento di sicurezza partecipata", come spiega Matilde Madrid, capo di Gabinetto, che ha lo scopo di prevenire l’illegalità e il degrado.
"Si tratta di una collaborazione tra cittadini e istituzioni – chiarisce Madrid –. I gruppi di vicinato non si sostituiscono alle forze dell’ordine, non prevedono ronde". C’è infatti un ‘codice di comportamento’ da rispettare all’interno di un gruppo di controllo, che tuteli la privacy e l’inclusione di tutti e che ponga un confine alla responsabilità del vicinato. Per ciascun gruppo ci sarà infatti un referente che ha il compito di interfacciarsi con la polizia locale e di raccogliere le istanze di tutti.
"Comicolli è già un esempio", rivendica il presidente Francesco Simoncini, che già da due anni si è attivato assieme con la vicepresidente del comitato Annamaria Cesari, per vigilare sulla zona Colli del quartiere Santo Stefano.
Il comitato, negli anni passati, aveva già avanzato varie richieste al Comune, dopo i furti e le rapine avvenuti nella zona, come impianti di videosorveglianza (proponendo di coprire a spese dei singoli le apparecchiature) situati in ogni accesso della collina, ma senza trovare un accordo con la Giunta.
Fino ad ora. "Il risultato raggiunto oggi dimostra come l’ascolto dei cittadini da parte dell’ente pubblico porti sempre a risultati migliori – continua sempre Simoncini –. C’è stata grande attenzione da parte della giunta e delle forze dell’ordine, pur nei lunghi tempi del pubblico". "Un sistema nuovo – interviene il comandante della polizia locale Roberto Mignani –, dove si lavora con i cittadini". Al centro del tavolo anche la questione ’formazione’ in quanto è "fondamentale per il progetto istruire i residenti a riconoscere i pericoli e, soprattutto, a sapere come comportarsi in quei casi", come ci tiene a ricordare ancora Mignani. Per questo motivo prima di attivare gruppi di vicinato ci saranno degli apposti corsi tenuti dalla municipale.
Non tutti potranno però aderire al progetto, infatti Palazzo d’Accursio ha posto diversi indicatori sulla base di caratteristiche urbanistiche, sociali, economiche e di sicurezza urbana per partecipare. Insomma, per istituire il ‘controllo di vicinato’ si deve trattare di zone poco urbanizzate, non eccessivamente abitate e con poche attività commerciali. La selezione rimarrà quindi nelle mani del Comune e della Prefettura.
Anche se con un protocollo abbastanza rigido, il progetto sembra aver fondato le basi. Il comitato ComiColli, intanto, in attesa che sia convalidato il soddisfacimento dei requisiti, continua a premere sulle telecamere che sembrano poter "essere quasi realtà" purché siano rispettate le varie norme sulla privacy.
Gioia Gentile