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"Basta botte a medici e infermieri". Il piano di Sbordone: "Più agenti e un collegamento diretto con il 113"

Dopo gli ultimi casi al Maggiore e all’ospedale di Imola, i direttori sanitari hanno fatto il punto in Questura. Gibertoni e Bordon: "Dipendenze e disagio psichiatrico dietro alle violenze che esplodono in corsia"

La polizia in un intervento per un’aggressione. al Sant’Orsola

La polizia in un intervento per un’aggressione. al Sant’Orsola

Bologna, 24 settembre 2024 – Una settimana fa, un’infermiera del Maggiore presa a calci in faccia da un esagitato che aveva già picchiato dei poliziotti. Domenica, al pronto soccorso di Imola, due infermieri e un medico picchiati da un ventisettenne esagitato. Ultimi episodi che costituiscono la punta di un iceberg fatto di violenze, verbali e fisiche, commesse ogni giorno in danno del personale sanitario in servizio nel Bolognese. Una situazione "inaccettabile", come dicono, a una voce sola, il questore Antonio Sbordone, l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini e i direttori generali di Ausl e Sant’Orsola, Paolo Bordon e Chiara Gibertoni. E per far fronte a questa esigenza di sicurezza nei luoghi di cura, il questore ha annunciato di aver dato un’accelerazione al progetto - già annunciato - di un collegamento diretto tra ospedali e centrale operativa della polizia, rallentato a causa di problemi di natura prettamente tecnica.

Un progetto che però, adesso, partirà "a brevissimo", come ha assicurato il questore, che si è impegnato anche a incrementare la presenza degli agenti nei pronto soccorso. "Dobbiamo cercare di essere più presenti all’interno degli ospedali – ha spiegato Sbordone – compatibilmente con tutto il resto. Una presenza h24 fissa sarà difficile da sostenere, ma comunque di più possiamo fare, con gli uffici che sono già presenti negli ospedali e anche integrando il loro servizio con le pattuglie in controllo del territorio". Sul tema delle aggressioni c’è però "anche un problema normativo", spiega Sbordone, di cui "Governo e Parlamento si stanno occupando. E lo vedo con favore". Ossia, introducendo la possibilità dell’arresto in flagranza differita in caso di aggressioni in corsia.

La dg del Sant’Orsola, da parte sua, ha sottolineato come a Bologna "il problema delle aggressioni a personale medico e infermieristico sia spesso legato a persone con problemi psichiatrici o che abusano di sostanze". Un’opinione condivisa dal direttore dell’Ausl Bordon: "È un fenomeno sociale preoccupante – ha aggiunto Bordon – che, a mio avviso, ha un dato di lettura diverso da regione a regione: nel sud Italia, ci sono persone che inveiscono contro gli operatori per attese o altro, noi abbiamo aggressioni per mano di persone che fanno uso di sostanze stupefacenti o problemi di tipo psichiatrico. Da noi, le aggressioni sono soprattutto verbali, un fenomeno in crescita che comunque non va sottovalutato. Con i sindacati, con i quali ci confronteremo, valuteremo quali misure adottare per garantire che il lavoro degli operatori si svolga in sicurezza". Oltre al pulsante per il collegamento diretto con la Questura, Bordon punta anche alla creazione di "spazi più protetti dove lavorano gli operatori sanitari. Certo è triste – conclude il dg dell’Ausl –: pochi anni fa medici e infermieri erano osannati come eroi, adesso vengono picchiati e insultati".