Bologna, 18 agosto 2024 – Adam, appena quattro anni e una grave patologia congenita al cuore (la Tetralogia di Fallot) che gli impediva ormai di respirare e muoversi. A un anno di età in Italia sarebbe stato operato, ma questo bambino è nato a Tartus, città portuale della Siria, un Paese dove curarsi, a causa di una guerra che va avanti da 13 anni e dove il 90 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, è praticamente un miraggio.
Grazie all’aiuto di Tammam Hasan, cardiologo pediatrico italo-siriano del Sant’Orsola e dell’Abc (Associazione bambino cardiopatico di Piacenza), Adam è arrivato a Bologna ed è stato operato, nei giorni scorsi, al Policlinico dall’equipe della Cardiochirurgia pediatrica. Il bimbo è già stato dimesso e, insieme alla mamma, per tutto il tempo necessario alla riabilitazione sarà ospitato presso la struttura di accoglienza dell’associazione Piccoli grandi cuori.
Che cosa sia la patologia che metteva a repentaglio la vita di Adam, lo spiega Emanuela Angeli, cardiochirurga dell’Unità operativa di Cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva del Sant’Orsola: "La tetralogia di Fallot è una cardiopatia congenita, caratterizzata da un insieme di difetti cardiaci che riduce l’ossigeno che circola nel sangue: da qui la sua iniziale definizione ’morbo blu’, per via della colorazione bluastra della cute e delle mucose. Tra le cardiopatie congenite ha un’incidenza dell’8-10 per cento", sottolinea Angeli.
Sul caso del bimbo siriano, la cardiochirurga, spiega che "Adam è stato sottoposto a un intervento chirurgico correttivo che gli permetterà di tornare a casa e di condurre una vita normale. Come molti altri bambini, farà parte della popolazione di pazienti congeniti adulti che a oggi, in Italia, conta circa 160.000 pazienti, con un incremento nel mondo del 5-6 per cento annui. La considerazione più importante da fare oggi – aggiunge Angeli – è che la sopravvivenza e la qualità della vita di questi pazienti sono legate alla continuità della cura e alla tecnologia".
Presso la Cardiochirurgia pediatrica del Sant’Orsola vengono eseguiti circa 350 interventi che riguardano tutte le patologie cardiache e sono 600 i pazienti che continuano a essere seguiti dal momento dell’intervento e, dopo l’operazione, lungo tutta la loro vita. Il Sant’Orsola è uno dei pochi centri cardiologico-cardiochirurgico in Italia in grado di garantire una presa in carico del paziente dalla diagnosi prenatale a, potenzialmente, tutta l’età adulta. Infatti, oggi l’80-85 per cento dei bambini nati con cardiopatia congenita riesce a sopravvivere fino all’età adulta.