Bologna, 2 settembre 2024 – I direttori generali dell’Istituto Ortopedico Rizzoli Irccs, Anselmo Campagna, e del Policlinico di Sant’Orsola Irccs, Chiara Gibertoni, rispondono alle critiche che Ageop ha sollevato l’altro giorno sul Carlino in merito all’accordo di collaborazione tra i due ospedali per il trattamento dei pazienti minori oncologici promosso dalla Regione, che non prevede la presa in carico dei malati da parte di un "centro di oncologia pediatrica inserito in un ospedale multidisciplinare". Campagna e Gibertoni sottolineano che "ai pazienti pediatrici curati a Bologna e in Emilia-Romagna vengono garantiti i migliori trattamenti disponibili, avvalendosi delle più alte professionalità a prescindere dalla sede ospedaliera in cui avviene il ricovero".
È "in base a questo principio", proseguono i due direttori generali, che "è stato definito un nuovo modello per la cura dei pazienti pediatrici con tumori muscoloscheletrici: grazie a un accordo approvato dalla Regione tra i due ospedali Rizzoli e Sant’Orsola, infatti, i pazienti pediatrici con tumore delle ossa saranno seguiti per la parte medica del trattamento presso l’Oncoematologia Pediatrica del Sant’Orsola congiuntamente dagli specialisti dell’Osteoncologia del Rizzoli, in modo da integrare tutte le migliori competenze specialistiche necessarie per il caso specifico di ogni bambino ricoverato". Il tutto, sottolinea Gibertoni, "secondo un modello già sperimentato con Ausl di Bologna e Istituto delle Scienze Neurologiche (Isnb) per altre specialità come la Neuro Chirurgia Pediatrica che sta dando ottimi risultati a beneficio dei piccoli pazienti".
"Il Rizzoli – aggiunge Campagna – si occupa dello studio e della cura dei sarcomi dell’osso e delle parti molli dagli anni ‘60: qui tutti i pazienti pediatrici sono accolti nel rispetto degli standard professionali e organizzativi e l’Istituto continua a investire per migliorare le strutture di accoglienza per loro e i loro genitori". "Siamo contenti – ha commentato la direttrice di Ageop, Francesca Testoni – se si arriva a un nuovo accordo e a un nuovo tipo di collaborazione con un piano infrastrutturale. Non dobbiamo mai dimenticarci che il bambino deve essere al centro di tutto e che sono le competenze che devono andare al letto dei piccoli pazienti: solo così si si può avere una presa in carico globale".