MONICA RASCHI
Cronaca

Bambini colpiti da tumore osseo: "Bene gli interventi al Rizzoli. Ma devono tornare al Sant’Orsola"

Francesca Testoni, direttrice di Ageop Ricerca, critica l’accordo promosso dalla Regione "Solo l’Oncologia pediatrica dispone di tutti i servizi per una presa in carico dei bimbi a 360 gradi".

Bambini colpiti da tumore osseo: "Bene gli interventi al Rizzoli. Ma devono tornare al Sant’Orsola"

Francesca Testoni, direttrice di Ageop Ricerca, l’Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica

Bambini colpiti da tumori ossei che, dopo, essere stati operati al Rizzoli non vengono trasferiti all’Oncologia pediatrica del Sant’Orsola per essere presi in carico a 360 gradi. La denuncia è di Ageop Ricerca, l’Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica che, da oltre 40 anni, cerca di rendere migliore la qualità di vita e di cura dei bambini che si ammalano di cancro.

"La Regione ha voluto un accordo di collaborazione tra Sant’Orsola e Rizzoli che ha inviato all’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ndr), ma che la direttrice del Policlinico, Chiara Gibertoni, non ha sottoscritto – spiega Francesca Testoni, direttrice di Ageop Ricerca –. L’accordo prevede tre letti tecnici del Rizzoli presso l’Oncologia pediatrica del Sant’Orsola. Siamo contrari a questo accordo che non garantisce la presa in carico globale del bambino presso un centro di Oncologia pediatrica inserito in un ospedale multidisciplinare. Mentre, con questo escamotage, lo Ior punta a risultare dotato dei servizi e delle specialità proprie di una pediatria multispecialistica".

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Testoni fa presente che "la necessità di un approccio multidisciplinare della cura è cosa nota e, per quanto riguarda i bambini, serve un ospedale che abbia tutto: il Pronto soccorso pediatrico, la rianimazione pediatrica, la radioterapia pediatrica, le cure palliative pediatriche. Ora, che che si vedano bambini che vengono trattenuti per le terapie chemioterapiche al Rizzoli non ha senso perché lì non c’è un’Oncologia pediatrica; c’è un’Oncologia per gli adulti".

La direttrice sottolinea che "al Rizzoli ci sono bravissimi chirurghi ortopedici, competenti nella ricostruzione dell’osso, hanno la banca dell’osso e nessuno mette in dubbio la competenza e la professionalità dello Ior, ma non hanno l’Oncologia pediatrica e non ne hanno i requisiti. Non ne facciamo un problema né politico né di strategie aziendali: ma dei diritti dei bambini. Che non se ne tenga conto in Emilia-Romagna non è accettabile. Nelle riunioni che abbiamo fatto, dove ci siamo dichiarati contrari a questo accordo – dichiara – hanno detto che la carta dei diritti dei bambini non è obbligatoria: ecco è una cosa che a noi genitori fa un male terribile. Ci è poi stato fatto notare che in Italia non c’è una legge che obblighi la specialità pediatrica".

Fa notare, la direttrice, che "purtroppo è vero e questa è un’altra delle nostre battaglie a livello nazionale: ottenere diritti e spingere il legislatore a cambiare le cose. La fretta con cui è stato approntato l’accordo, inviato ad Agenas, è servita al Rizzoli per la certificazione come centro provider per i sarcomi ossei pediatrici – afferma – pur non avendo i requisiti specifici. Abbiamo scritto ad Agenas tutte le nostre riflessioni. Chiediamo che questo accordo decada: daremo battaglia in nome dei diritti dei bambini".