Bologna, 10 dicembre 2023 – Adesso ci si deve guardare le spalle anche dalle bambine. Che in città gravitino diverse bande di minorenni, anche molto aggressive, è un problema noto ormai da anni e che si è aggravato, ancora di più, subito dopo il primo lockdown. Risse, rapine, aggressioni a coetanei sono fatti che la cronaca ha raccontato abbondantemente. Tuttavia, negli ultimi tempi, a preoccupare ulteriormente è la presenza di bande composte da ragazzine poco più che bambine. È di venerdì pomeriggio la notizia di una trentenne aggredita in via San Giacomo da due adolescenti, descritte dalla vittima come appena quindicenni o forse ancora più piccole.
Stando a quanto ricostruito dagli agenti del commissariato Due Torri San Francesco, il fatto, un tentativo di rapina, è avvenuto intorno alle 18, nella strada della zona universitaria. La ragazza, che stava camminando da sola, è stata avvicinata dalle due ragazzine che, dopo averle chiesto un’informazione, l’hanno aggredita nel tentativo di strapparle la borsa.
Una, mentre entrava in azione, si sarebbe anche calata sul viso un passamontagna. La vittima, malgrado lo spavento, è riuscita a tenere la borsa e ha urlato, mettendo in fuga le due baby rapinatrici. Solo quando le ragazzine si erano allontanate ha chiamato, ancora sotto choc, la polizia, riferendo quanto accaduto. Le pattuglie del commissariato hanno iniziato le ricerche delle ragazzine, visionando anche le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza presenti nella zona.
L’episodio è avvenuto a pochi giorni dalle due rapine messe a segno a Ferrara ai danni di due studentesse. In quella circostanza, la banda di rapinatrici è risultata essere composta da quattro bambine di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, tutte residenti nel Bolognese. Ad aggravare una situazione già di per sé inquietante, c’è il fatto che la leader della baby gang sarebbe proprio la più piccola delle ragazzine identificate dalla Squadra mobile estense e rintracciate su un treno regionale diretto a Bologna dalla Polfer. E, al di là di eventuali interventi della Procura dei minori per valutare il contesto sociale e famigliare delle piccolissime bulle (nel caso di Ferrara non imputabili), non resta che interrogarsi su cosa spinga delle bambine ad assumere comportamenti criminali e improvvisarsi rapinatrici.