Bologna, 9 dicembre 2023 – A undici anni potrebbe impiegare il suo tempo a giocare e sognare. Invece, assieme ad amiche di poco più grandi, la bambina – perché questo è un’undicenne – ha rapinato nel giro di poche ore due ragazze più grandi. Che si sono fidate di quei volti infantili, non hanno potuto immaginare dietro quegli occhi la malizia o la malvagità. Eppure l’apparenza, in questo caso, ha ingannato. Perché per gli investigatori della squadra mobile di Ferrara la bambina, identificata quasi nell’immediatezza così come le sue tre amichette di 12 e 13 anni, sarebbe la leader della baby gang, tutta al femminile, entrata in azione lunedì mattina, mettendo a segno due rapine – una anche violenta – ai danni di due ragazze più grandi nella città estense.
Le adolescenti, tutte residenti nel Bolognese, sia italiane che di seconda generazione, lunedì mattina si trovavano nella zona della stazione di Ferrara, quando hanno deciso di aggredire le due vittime per rapinarle degli smartphone. La prima, una studentessa ventunenne, avvicinata con una scusa nella zona delle mura, è stata colpita con lo spray urticante, che le è stato spruzzato in faccia da una delle bambine, mentre le altre le rubavano il cellulare. L’altra ragazza è stata invece accerchiata e derubata dello smartphone nel parco Coletta.
Subito dopo i due colpi, le terribili bambine si sono dileguate, salendo su un treno diretto a Bologna, dove risultano residenti. Intanto però, la prima vittima aveva chiamato la polizia e nel giro di pochissimo, grazie ai video ripresi dall’impianto di sorveglianza della zona dove sono avvenute le rapine, gli agenti sono riusciti a individuare le giovanissime bulle e capire dove erano finite. Ossia, su un regionale, dove sono state bloccate dalla Polfer e identificate. Avevano ancora al seguito i telefoni rubati. Della vicenda è stata subito informata la Procura dei minori, benché le ragazzine non siano imputabili. Riaffidate ai genitori, non rimarranno, comunque, impunite.
In casi gravi come quello in esame, infatti, vengono avviati percorsi psicologici e di verifica per ciascuna situazione, anche in relazione alla responsabilità genitoriale, visto che le bambine avrebbero dovuto essere a scuola o comunque in un contesto controllato. Invece, giravano da sole in un’altra città, per di più con l’intento di commettere reati. In casi simili, in alcune circostanze è stato disposto per i ragazzini di 13 anni autori di condotte gravi anche l’allontanamento dalla famiglia con la collocazione in comunità per minori.