L’agricoltura bolognese fa i conti con i danni milionari della grandinata che sabato scorso ha infierito in una lunga striscia di campagne e paesi del bolognese. Con centinaia di automobili ammaccate e con i cristalli infranti, pannelli solari di impianti pubblici e privati danneggiati, alberi defogliati, tegole e infissi sfondati, strade da ripulire e agricoltura ancora una volta in ginocchio.
Le organizzazioni agricole stanno tentando di affiancare i loro associati nella quantificazione dei danni e nelle pratiche assicurative, mentre piccoli e grandi imprenditori agricoli sono alle prese con il mancato raccolto e con la gestione post gelate primaverili, post alluvione, post dissesti, post ondata di calore e post grandine.
"Sono centinaia gli ettari colpiti dal violento fenomeno atmosferico di sabato tra Zola, Casalecchio, Baricella, Galliera e San Pietro in Casale -richiama Confagricoltura Bologna- Il primo bilancio dei tecnici restituisce un quadro desolante: sono state compromesse da vento e grandine le coltivazioni di mais e soia, mentre la poca frutta che si era salvata dai temporali delle scorse settimane è andata persa. Inoltre, si registrano danni anche agli impianti: dai frutteti alle serre".
Gli agricoltori hanno assistito inermi alla forza della perturbazione: " Eravamo in campagna e abbiamo rischiato grosso: in pochi secondi il cielo è diventato completamente nero. Dopo circa 30 secondi di acqua è venuto a grandinare con una violenza impressionante -testimonia l’ing. Paolo Cittadini di Cittagri Società Agricola, che possiede terreni tra Baricella, Galliera e Malalbergo- I chicchi erano grandi quasi come arance, quando colpivano le colture erano delle piccole bombe: i danni sono stati ingenti. I miei 96 ettari di mais, ad esempio, sono stati letteralmente triturati dal ghiaccio caduto dal cielo".
A poca distanza il rovescio di tempesta ha causato un danno stimato provvisoriamente mezzo milione di euro all’azienda agricola Lama San Giorgio a Boschi di Baricella: "Sia io che mio padre Carlo (81 anni) una cosa così non l’abbiamo mai vista. Il mais col quale alimento l’impianto a biomasse è stato triturato, le barbabietole defogliate: sono 134 ettari rovinati. Complessivamente abbiamo 320 Kwh di pannelli fotovoltaici a terra e sul capannone danneggiati all’80 per cento e cinque coperti di edifici da rifare perchè le tegole sono state sbriciolate. Siamo assicurati, ma fra franchigie e danni esclusi dalle polizze se non arrivano aiuti sarà difficile riparare e ripartire" dice il titolare Piergiorgio Fantuzzi.
Il sindaco di Crevalcore Marco Martelli : "Purtroppo questa volta non l’abbiamo scampata. Anche se, avevamo già avuto esperienze simili, difronte a certi eventi si rimane sempre senza parole. Vedremo nei prossimi giorni il da farsi, se richiedere lo stato di calamità o altro, vedremo. Quello che mi fa molto pensare è che da inizio settimana tutti i giorni abbiamo avuto notizie di situazioni come questa, se non peggio, mi chiedo se questo è quello che dovremo aspettarci per il futuro. Se così fosse credo faremmo bene a sederci tutti assieme nessuno escluso e cominciare a pensare a come uscirne, ma seriamente".
Gabriele Mignardi