Bologna, 22 febbraio 2024 – Potrebbe essere a rischio la longevità dell’autovelox di via Stalingrado, installato a fine 2016 dal Comune e oggi sotto la lente del ministero dei Trasporti, come tanti altri apparecchi per la misurazione dei limiti di velocità. Il Mit vuole infatti fare un po’ di ordine sulla normativa che permette di installarli.
Dietro un’autorizzazione ineludubile, va ricordato, della Prefettura competente. Ma, come per la Città 30, Porta Pia non vuole fughe in avanti da parte delle singole amministrazioni, il quadro normativo nazionale deve essere rispettato. A Bologna, a dire il vero, i giochi sui velox sono chiusi da tempo.
I due apparecchi che fecero subito una raffica di multe, quello in via Stalingrado e quello su viale Panzacchi, sono lì da diverso tempo. Altri cinque velox verranno invece installati entro l’estate, anche loro con l’autorizzazione prefettizia in tasca. Verranno messi in viale Lenin, su viale Sergio Cavina, su viale Carlo Berti Pichat, su viale Palmiro Togliatti, su viale Vittorio Sabena. Una data certa ancora non c’è, ma stanno per arrivare. Da quanto risulta, però, l’unico davvero a rischio – per ora – potrebbe essere quello di via Stalingrado, già oggetto di numerosi ricorsi (vinti) e recentemente ‘salvato’ da un aggiustamento normativo governativo, che nel 2020 ha incluso anche le strade urbane a scorrimento tra quelle meritevoli di un velox. Una modifica normativa potrebbe costringere tutti i Comuni in Italia a dover riconsiderare la collocazione di diversi apparecchi.
Sul tema, in questi giorni, è intervenuto il ministro Matteo Salvini. "Come ministero siamo impegnati per limitare il moltiplicarsi degli autovelox ’fai-da-te’ ovunque – ha detto il leader leghista –. I rilevatori di velocità sono utili nei punti e nelle strade più a rischio, ma non possono essere piazzati ovunque, senza alcuna motivazione di sicurezza, solo per tartassare lavoratori e automobilisti".
Sostanza ripetuta ieri sera in una trasmissione su Canale 5. "Sto cercando di risolvere il problema senza la fiamma ossidrica perché non è la soluzione. È illegale, è vietato dalla legge, ma autovelox ovunque no. Preferisco i controlli – ha rimarcato ancora il ministro dei Trasporti –. Su stradoni di due corsie, larghi, dove magari cambi il limite di velocità e poi ci piazzi l’autovelox. Non è per la sicurezza, è una fregatura per gli automobilisti. E siccome gli automobilisti usano la macchina per andare a lavorare nel 90% dei casi, non per andare a fare una gita, gli autovelox fai-da-te piazzati all’angolo non per salvare vite ma per fare cassa, non potranno essere messi", ha concluso Salvini. Insomma, sul tema è work in progress , dopo che lo stesso Mit aveva recentemente rimarcato il divieto di velox nelle zone a 30 all’ora (collocazioni di questo tipo sono assenti a Bologna).
Intanto lo Snater, sindacato nazionale degli agenti della Polizia Locale, ieri ha attaccato Palazzo d’Accursio. "L’amministrazione aveva precisato che i pannelli Infovelox, a tutti gli effetti dei segnali stradali luminosi, segnalano in tempo reale la velocità effettiva dei veicoli in transito, evidenziando col colore verde chi rispetta il limite dei 30 chilometri orari ed in rosso chi li supera, ma non fanno multe", ha dichiarato il sindacato. Ma il punto, secondo Snater, è che manca comunque l’omologazione dei dispositivi. "Gli Infovelox con l’articolo 7 della legge 120 del 2010 sono entrati a tutti gli effetti a far parte della segnaletica stradale, ma la legge stessa non concede alcuna deroga al Codice della strada, che all’articolo 41 parla di omologazione di tutti i segnali e dispositivi luminosi da parte del ministero delle Infrastrutture". Pertanto, "a nulla vale che il Comune rassicuri tutti che gli Infovelox non sono idonei a sanzionare".