L’incubo, anche sotto le Due Torri, è che possa arrivare una valanga di ricorsi. Il rischio – in effetti – c’è, dopo che le multe per eccesso di velocità elevate con autovelox senza i riferimenti dell’approvazione e dell’omologazione ministeriale, possono essere impugnate e venire annullate. E, quindi, provocare un salasso per le casse comunali.
A stabilire questo principio con la sentenza 10505 è stata la Corte di Cassazione che, accogliendo l’impugnazione di un automobilista di Treviso, che aveva presentato ricorso per una contravvenzione ricevuta per aver viaggiato a 97 chilometri orari anziché ai 90, per la prima volta, ha chiarito la distinzione tra i due procedimenti amministrativi, sottolineando come siano entrambi indispensabili per l’utilizzo dei rilevatori di velocità. Insomma, un precedente legale che, di fatto, ribalta l’interpretazione del Codice della Strada esposta dal ministero dei Trasporti con la nota del 31 maggio, ripresa dalla circolare n. 8176/2020 del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, secondo cui i termini "approvazione" e "omologazione" potevano essere qualificati come sinonimi. Un’impostazione, quella del ministero, che era stata recepita anche sotto le Due Torri. Ma dopo la sentenza degli ermellini si è aperto un vulnus giuridico amministrativo.
Da qui, Palazzo d’Accursio chiede al ministero di "chiarire questa situazione in tempi rapidi". Anche perché sono in arrivo in città cinque nuovi autovelox (tarati sui 50 all’ora, ndr), quindi, l’obiettivo è che siano in regola. Il tempo stringe, visto che da fine mese a giugno ogni momento è buono per installare gli ’occhi elettronici’ nei viali Berti Pichat, Lenin e Togliatti. Seguiranno, poi, quelli in via Sabena e in viale Cavina.
Nel parere del ministero del 2020, d’altra parte, non si lasciava spazio a dubbi: "Non si distingue tra approvazione e omologazione per i sistemi di accertamento automatico di violazioni, a conferma del fatto che sotto il profilo giuridico sono assolutamente equivalenti".
In attesa di indicazioni da parte del ministero anche la Prefettura. Fonti di Palazzo Caprara, però, minimizzano la portata della sentenza sugli autovelox: "Non c’è un’emergenza, non risultano tanti ricorsi su questa fattispecie".
Da quello che filtra, poi, gli autovelox bolognesi non dovrebbero avere criticità, tant’è che pare che siano sia autorizzati che omologati.
Il rischio è che i problemi, se mai ci saranno, riguarderanno i dispositivi installati nei piccoli Comuni. Resta il fatto che, come sottolinea l’avvocato Dario Giordano, dell’ufficio legale Udicon (Unione difesa dei consumatori), in caso di multa "va letto il verbale ricevuto e vedere se c’è traccia della mera approvazione oppure dell’omologazione del dispositivo. Non escludiamo quindi di fare un accesso agli atti per capire se c’è un’omologazione".
Rosalba Carbutti