Bologna, 8 agosto 2018 - "L’ho visto arrivare dallo specchietto retrovisore del camion. Volevo fermarlo con gli occhi, però..." (FOTO). Il ricordo resta sospeso per Antonio Verdicchio, 45 anni di Maddaloni (Caserta) mentre in auto con il titolare lascia Bologna e quell’inferno di fuoco (VIDEO) dove solo per miracolo ne è uscito vivo. "Un super miracolo", corregge lui che per conto della sua azienda, l’autotrasporti De Lucia, stava portando solventi diluiti a Belluno. Dopo la dimissione di ieri notte ha il solo obiettivo di rientrare a casa dalla moglie e i tre figli. Porta con sé una frattura al setto nasale, la spalla e il braccio destro bruciati, una prognosi di 20 giorni secondo i referti in mano alla Polstrada. E la vita.
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Cos’è successo? "C’era traffico, eravamo fermi con le quattro frecce accese. Poi l’ho visto arrivare (Andrea Anzolin, sull’autocisterna, ndr) dallo specchietto retrovisore. Volevo fermarlo con gli occhi".
Ma non ha potuto. "No. Non so a quanto viaggiasse, se abbia avuto un malore o cosa, poveraccio, ma non ha frenato proprio".
E l’ha centrata. "Sì, sono stato il più possibile sulla destra, altrimenti andavo dritto sulla bisarca (davanti a lui, guidata dal romeno Silviu Partenie, dimesso con 20 giorni di prognosi, ndr). Così invece sono stato buttato nell’altra corsia".
Poi che ha fatto? "Mi sono tolto subito la cintura e sono uscito, per scappare: ero già in mezzo alle fiamme. Anche il romeno era sceso dalla bisarca, l’ho preso e ho cercato di portarlo via. Sapevo cosa sarebbe successo".
Intende l’esplosione? "Sì, sono 27 anni che faccio l’autista, non un giorno. So come funziona. Gridavo a tutti, saranno stati una decina i presenti, tra polizia, 118 e altri camionisti. Cercavo di non farli stare troppo vicini all’autocisterna in fiamme".
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Cosa diceva? "‘Non andate, tornate indietro, tra poco esplode tutto’. Sapevo cosa trasportava e siamo andati a circa 200 metri quando è esploso".
Quanto è passato? "Non più di otto minuti".
E siete stati investiti dallo scoppio? "Sì, è lì che ci siamo bruciati tutti. Dopo l’incidente avevo solo il naso rotto, dopo invece mi ha preso fuoco anche la maglia".
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Cosa ha pensato? "A mia madre, che mi desse la forza di fare quello che ho fatto".
Era possibile fare qualcosa per il conducente dell’autocisterna? "Era impensabile avvicinarsi, non l’ho nemmeno mai intravisto con tutte quelle fiamme, la cabina era completamente avvolta. Penso non abbia avuto nemmeno il tempo di pensare".
Era già stato coinvolto in incidenti? "Mi sono accaduti un paio d’episodi, poi sulla strada succede di tutto. Ma quello che è accaduto è indescrivibile".
È crollata anche l’autostrada. «Ecco, quello non me l’aspettavo proprio. Sapevo che sarebbe esploso tutto, ma non che crollasse un ponte».
Che farà adesso? "Vado a casa, dalla famiglia. L’ho sentita solo al telefono. Mi farò visitare il naso, non era urgente".