Bologna, 12 agosto 2022 - Bollette di luce e gas alle stelle, tassi dei mutui che s’impennano, benzina a due euro al litro. Uno scenario purtroppo familiare sia per le famiglie, sia per le imprese italiane, che negli ultimi mesi sono trovate a dover combattere con l’aumento dei costi delle materie prime, il caro energia e quindi le terribili tenaglie dell’inflazione. Ascom Bologna ha stilato uno studio che non lascia tanto spazio per le intepretazioni, del resto gli ultimi quattro mesi sono stati difficilissimi per l’economia italiana e mondiale, complice anche il conflitto tra Russia e Ucraina.
"La crisi energetica ed economica ha provocato negli ultimi quattro mesi un aumento dei costi per aziende e famiglie", spiega Ascom, che mette in luce come negli ultimi quattro mesi, in media, le aziende hanno registrato un aumento dei costi dell’elettricità "di circa il 170%". Stangata simile per le famiglie: se si considera lo stesso periodo, "l’aumento medio è stato del 100%". Poi c’è il gas, naturalmente in controtendenza vista la stagione estiva, che ha visto una contrazione dei consumi di circa il 70% con il riscaldamento spento. Il focus passa ovviamente a cosa accadrà in autunno, mentre per quanto riguarda la benzina "da aprile i prezzi sono rimasti pressoché invariati, attestandosi in media sui 2 euro a litro. Cifra record in negativo che, seppur stabile, rappresenta un grave danno sia per le imprese che per le famiglie".
Infine i mutui, riguardo ai quali l’Ascom fa notare che la crisi "economica sta colpendo duramente le aziende che hanno sottoscritto nei mesi scorsi un finanziamento a tasso variabile, così come le famiglie che hanno acquistato casa scegliendo questo tipo di mutuo. Negli ultimi quattro mesi, infatti – sottolinea l’associazione di categoria–, si è registrato un aumento dei tassi del 40%". Insomma, una situazione difficile soprattutto guardando in prospettiva, alla quale vanno aggiunti gli ultimi dati sull’inflazione sotto le Due Torri. Il mese di luglio di quest’anno è stato complicatissimo, come si evince dal report pubblicato da Palazzo d’Accursio: in città, per luglio 2022, l’indice dei prezzi al consumo "per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha fatto registrare una variazione mensile di +0,3% e un tasso tendenziale di +8,6%". Cosa è aumentato? Tutto. Su base annua ‘Abitazione, acqua, elettricità e combustibili’ (+25,3%), i ’Trasporti’ (+12,9%), i ‘Prodotti alimentari e bevande analcoliche’ (+10,2%), i ‘Mobili e articoli per la casa’ (+8,9%), i ‘Servizi ricettivi e di ristorazione” (+8,7%), ‘Abbigliamento e calzature’ (+4,7%), i ‘Servizi sanitari e spese per la salute’ (+1,6%), le ‘Bevande alcoliche e
tabacchi’ (+1,3%), ‘Ricreazione, spettacoli e cultura’ (+1,3%). Viceversa i prezzi sono diminuiti per le divisioni delle ‘Comunicazioni‘ (-4,6%) e ‘dell’Istruzione’ (-0,7%). In aumento è anche la variazione per i prezzi dei prodotti acquistati con maggior frequenza dai consumatori (+8,7%), quella dei prezzi dei beni acquistati con media frequenza va a +10,5% e infine l’inflazione dei prodotti a bassa frequenza di acquisto va a +5,1%.
Le attività della città, come i ristoranti, possono testimoniare bollette in mano che quest’anno il salasso fa male. Ne sa qualcosa Francesco Mafaro, titolare di ‘Adesso Pasta’ in piazzetta dell’Orologio e già numero uno dei panificatori Ascom. "La bolletta della luce del 2021 pesava 2.500 euro. Un anno dopo siamo a 6.500, i costi sono quasi triplicati – rivela il ristoratore –. Non solo l’energia elettrica, anche il gas è triplicato. Di luce avremo un aumento in un anno di circa 50-60mila euro". Almeno c’è il turismo che regge. "Meno male che abbiamo il grande ritorno dei turisti – sottolinea Mafaro –, se calasse quel flusso di un 20%, per dire, saremmo rovinati. Sulle materie prime, per fortuna, il caro prezzi si è un po’ arrestato ultimamente, mentre abbiamo altri problemi che mai avremmo immaginato. Faccio l’esempio delle bevande del gruppo Coca Cola: continuano ad arrivarci in lattina ora perché non ha abbastanza vetro per produrre come prima le bottigliette. Sono gli effetti della guerra, anche i prezzi erano aumentati già prima".
Problemi analoghi ce li ha la grande distribuzione dell’ortofrutta, come racconta Valentino Di Pisa. "Gli aumenti li stiamo subendo da sette mesi e sono purtroppo legati dallo scoppio guerra tra Russia e Ucraina. Costano di più i trasporti – spiega il presidente di Fedagromercati e vicepresidente di Ascom Bologna –, il costo della plastica, gli imballaggi, il costo dell’energia. Tutto questo, certo, può riflettersi sul prezzo del prodotto ortoftutticolo, va considerato che anche la produzione ha avuto degli aumenti, accompagnati peraltro dalla siccità. Insomma, in campo agroalimentare stiamo parlando di una tempesta perfetta". Di Pisa tiene però a una distinzione. "Gli aumenti hanno per noi ovviamente un ribaltamento automatico sui costi, ma non sui prezzi, la nostra non è una logica industriale, la frutta segue altre logiche. Secondo l’Istat c’è mediamente un rincaro dell’8%, ma qualcosa costa di più, qualcosa anche meno. Oggi, per esempio, non abbiamo di certo aumenti su patate, carote e zucchine, e nemmeno su alcuni prodotti più freschi".