A fare il punto sulla vicenda del rinvio alla Corte di giustizia Ue della decisione sull’eventuale disapplicazione del dl Paesi sicuri, e del successivo polverone che ha travolto il giudice estensore Marco Gattuso, interviene Ernesto Carbone, membro del Consiglio superiore della magistratura ed ex deputato Pd.
Avvocato, l’Anm ha parlato di ’clima pesante’. Cosa ne pensa?
"Occorre un passo indietro: estate scorsa, agosto. La presidente del Consiglio parla di un complotto dei magistrati per fare cadere il governo. Sono accuse pesanti, e con le dovute prove la premier avrebbe potuto denunciare, oppure riferirne in aula: nulla di tutto ciò. Poi, ottobre: il sottosegretario alla Giustizia Delmastro dice che ’i magistrati sono come gli ayatollah’. Un paragone che da un lato non è ben chiaro, dall’altro offende centinaia di ragazzi che muoiono in Iran. Segue poi il caso del giudice Patarnello, che scrive una cosa che personalmente non condivido, ma resta inaccettabile che un ministro (Matteo Salvini, ndr) dica che dev’essere licenziato. C’è una confusione di poteri, mi pare. Infine, questa vicenda, del giudice Gattuso: la più grave".
Ci spieghi.
"Il giudice ha semplicemente firmato un rinvio pregiudiziale, con cui chiede alla Corte di giustizia europea un’interpretazione sull’applicazione di una norma. Un atto più che legittimo. Ha dei dubbi, si informa. E cosa ottiene? Viene linciato sui social per la sua vita privata. Premetto che a me non ha mai fatto paura il confronto anche duro fra magistratura e governo. Vengo dalla politica, non sono mai stato tenero verso i magistrati. Ritengo che una sentenza possa essere criticata dalla politica, una legge dai magistrati. Ma solo a patto che la sentenza venga rispettata, la legge applicata. Ecco, negli ultimi tre mesi io non ho più visto un confronto sano, ma un tentativo costante di delegittimare uno dei poteri dello Stato. Con un grave rischio per l’architettura stessa del Paese".
Come ci si difende?
"Rispettando le regole. Sulla ordinanza della giudice Silvia Albano (che non convalidò il trattenimento dei migranti in Albania, ndr), a Roma, è stato annunciato il ricorso per Cassazione, mi auguro sia stato fatto".
Tornando al caso bolognese, il Csm ha chiesto una pratica a tutela dell’indipendenza del collegio. Come si prosegue?
"Ho firmato anche io. Ora, il comitato di presidenza dovrà valutare la pratica e affidarla alla commissione competente. Del resto, i giudici non hanno certo compiuto un atto abnorme. La politica se ritiene sia stato fatto qualcosa di illegittimo può chiedere un’ispezione del Ministero, fare un’interrogazione parlamentare, un ricorso. La dialettica ci può stare, non colpire l’atto legittimo di un magistrato".
Inizialmente è stato molto contestato il paradosso della Germania nazista come ’Paese sicuro’: quella è stata un presa di posizione politica?
"È stato un semplice esempio, chiaro anche a chi non è un tecnico del diritto. Una normale valutazione".
Federica Orlandi