di Alessandro Gallo
La Coppa Davis torna a Bologna, dopo quarantasei anni di attesa. Con la nuova formula, certo, ma dal 14 al 18 settembre, l’Unipol Arena ospiterà l’Italia e altre tre squadre, che saranno sorteggiate il 31 marzo. Le prime due del girone, poi, passeranno al turno successivo.
La Coppa Davis a Bologna riporta – come si legge nel box a lato dolci ricordi: cinque sfide all’ombra delle Due Torri e altrettanti successi. L’ultima volta, poi, correva l’anno 1976, dopo aver battuto la Jugoslavia al Circolo Tennis dei Giardini Margherita, la nazionale di Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli (capitano non giocatore Nicola Pietrangeli) arrivò fino in fondo, alzando al cielo quell’Insalatiera che l’Italia non avrebbe mai più vinto.
La Coppa Davis a Bologna: l’annuncio è un incrocio tra Bruxelles, Roma e le Due Torri. A Bruxelles c’è il numero uno dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. A Roma il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi (foto in alto a destra), e il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali. Negli uffici della Regione, in viale Aldo Moro, ci sono Giammaria Manghi e Roberta Li Calzi, assessora allo sport del Comune.
L’annuncio corre veloce: la Coppa Davis a Bologna – Glasgow, Amburgo e Malaga le altre piazze – dal 14 al 18 settembre e per altri quattro anni. Felice il presidente Binaghi: "Dopo le Atp Finals di Torino, gli Internazionali di Roma e le Next Gen Atp Final di Milano, ecco la Coppa Davis. Abbiamo la nazionale più forte di tutti i tempi, con due azzurri nei primi dieci e nove nei primi cento. Se mettiamo a posto il doppio, possiamo vincere".
Sogna in grande, il tennis azzurro. Si rimboccano le maniche dalle parti di Bologna: l’Unipol Arena avrà una capienza di 10mila posti. Insieme con il pubblico, però, ci saranno un villaggio dedicato, campi da tennis collegati. Nell’arco di cinque anni ci sarà un indotto, tra biglietteria, turismo e gastronomia, quantificabile tra i 9 e i 10 milioni di euro.
Di più: l’Unipol Arena e il suo patron, Claudio Sabatini, potrebbero riservare sorprese. A Casalecchio ci sono state finali scudetto di basket (all’epoca del PalaMalaguti) e di volley (con già Sabatini al comando). E, recentemente, la final four di Coppa Italia di volley. Casalecchio e l’area metropolitana hanno tutte le carte in regola per trasformare la zona nella capitale morale del tennis italiano.
"Un evento del genere – dice Claudio Sabatini, particolarmente soddisfatto – ci riempie d’orgoglio anche perché è il frutto di un lavoro di squadra che vede insieme Governo, regione Emilia-Romagna, federazione e Città di Metropolitana. Posso solo dire che non è detto che finisca lì".
Non facile trovare un periodo libero, tra basket (l’Unipol Arena nelle ultime due stagioni è stato il campo di casa di Reggio Emilia) e ben 65 concerti. Ci saranno opere anche temporanee per aumentare l’ospitalità per abbattere i rumori attraverso appositi pannelli. Sarà una vera cittadella del tennis italiano.
"Terra di grandi eventi – commenta Valentina Vezzali –. Sono sicura che Bologna risponderà nel migliore di modi. Anche perché la Davis Cup genererà un notevole indotto economico".
Soddisfatto della valorizzazione del territorio Stefano Bonaccini. "Promuove le nostre città. Noi ci metteremo come sempre passione, organizzazione e ospitalità. Per quelli della mia generazione, l’epopea del 1976 generò un vasto movimento. Conto che la situazione si ripeta".
Ci conta anche l’assessora Roberta Li Calzi. Che rappresenta anche il sindaco Matteo Lepore. "Avere la Davis a Bologna è un motivo di orgoglio".
E dopo aver ospitato, con tanto entusiasmo, la nazionale di basket nei giorni scorsi, al PalaDozza, le Due Torri si preparano al bis. Per un periodo ancora più lungo, cinque giornate e per un progetto quinquennale. Le premesse per crescere ancora.