Bologna, 5 febbraio 2024 – Più o meno negli stessi anni in cui, negli Stati Uniti, bande rivali di tagliagole e assassini si affrontavano in strada come racconta – seppur con molte libertà – Martin Scorsese in ‘Gangs of New York’, Bologna veniva messa sotto scacco dall’Associazione dei Malfattori. Nel 1864, infatti, si tenne uno dei più grandi processi della storia: 110 imputati accusati di oltre 500 reati, la Grande Causa Bolognese. Questo è il tema della puntata odierna de ‘il Resto di Bologna’, il podcast gratuito della nostra redazione locale, ascoltabile su Spotify, Apple e Google Podcasts, nonché qui sul nostro sito. Come spiega il sito ‘Storia e memoria di Bologna’, complice il vuoto di potere post-Unità d’Italia, il crimine dilagava fra rapine, furti e delitti eccellenti.
Il governo si decise a intervenire dopo l’omicidio, nella notte del 29 ottobre 1861, del vice-questore Grasselli e dell’ispettore di polizia Fumagalli, freddati in Strada Maggiore con alcuni colpi di arma da fuoco. Le indagini portarono a individuare in Pietro Ceneri il capo dell’Associazione dei Malfattori. La svolta dopo una rapina fatta a Genova: i vertici dell’Associazione, in fuga, furono bloccati mentre fuggivano in Egitto. Il 26 aprile 1864 iniziò il processo, detto ‘causa longa’: fu seguito da tutta la città. Secondo i pm, alla sbarra c’era la ‘feccia’ dell’umanità. Ceneri fu condannato assieme al fratello all’ergastolo, ma riuscì ad evadere dal carcere di Genova nel 1867, per poi essere riacciuffato in Sudamerica. E Bologna? Secondo le cronache del tempo da città malfamata si trasformò in uno dei posti più sicuri del Regno d’Italia.