REDAZIONE BOLOGNA

"Associazione e riciclaggio, Bresciani vada ai domiciliari"

La decisione del tribunale di Roma nei confronti dell’ex calciatore rossoblù finito nel mirino della Dia. Difensori pronti al ricorso

Giorgio Bresciani dopo il gol al Chievo che nel 1996 riportò il Bologna in Serie A

Giorgio Bresciani dopo il gol al Chievo che nel 1996 riportò il Bologna in Serie A

Mentre il "suo" Bologna è in Champions League, la parabola dell’ex rossoblù Giorgio Bresciani – che nel 1996 fu "l’uomo promozione", colui che segnò il gol al Chievo e riportò la squadra in serie A, dopo anni neri – non pare nella sua fase migliore.

Due giorni fa, infatti, il tribunale del Riesame di Roma, dopo l’appello della Procura contro la decisione del giudice per le indagini preliminari della Capitale che a luglio scorso ne rigettò la richiesta di custodia cautelare in carcere per l’ex calciatore, ha disposto nei confronti del 55enne gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il tribunale non ha dunque accolto del tutto la richiesta della Procura, ma ha optato per una misura più mite di quella proposta. In ogni caso, i difensori dell’ex calciatore, avvocati Luca Portincasa e Fabio Recchia, presenteranno ricorso per Cassazione. Fino a quel momento, dunque, la misura non sarà esecutiva e Bresciani continuerà a essere libero come lo è stato in questi mesi.

L’ex bomber è accusato di associazione a delinquere con aggravante mafiosa, riciclaggio e intestazione fittizia di beni, nell’ambito della maxi inchiesta della Direzione investigativa antimafia romana che, lo scorso luglio, ha portato a 18 arresti in tutta Italia, su 57 indagati. La prossima data dell’udienza preliminare è fissata per metà gennaio prossimo.

Al centro dell’attività degli inquirenti c’è la presunta "centrale di riciclaggio" attiva Roma e al servizio dei clan mafiosi, con al vertice figli di ‘vecchi’ boss. Centrale che muoveva fiumi di denaro, da ripulire tramite operazioni nei settori degli idrocarburi e cinematografico, grazie a società cartiere intestate a prestanome e con l’aiuto di professionisti e imprenditori compiacenti. In totale sono stati sequestrati beni per oltre 131 milioni di euro: di questi, circa 40mila a Bresciani. L’indagine è nata nel 2018 e si è concentrata su due gruppi accusati di riciclare ingenti somme per conto di camorra campana e ‘ndrangheta calabrese.

Bresciani dal 2006 si è ritirato dall’attività calcistica, per dedicarsi a quella di dirigente sportivo. Già in passato ebbe guai con la giustizia: nel 2016 fu arrestato per truffa e turbativa d’asta e nel 2008 per associazione finalizzata all’emissione di fatture false e truffa aggravata (fu poi assolto).

Federica Orlandi