Bologna, 20 febbraio 2021 - Sembra quasi Primavera sotto le Due Torri. L’aria è tersa, è sabato pomeriggio e una folla di persone occupa le strade del centro. Se non fosse per le mascherine, sembrerebbe quasi una giornata come quelle che eravamo abituati a vivere prima della pandemia, quando ritrovarsi in centinaia sotto il Nettuno era l’abitudine.
Oggi però, i bolognesi escono per le strade del Quadrilatero anche - e forse soprattutto - perché consapevoli che da domani si ritornerà in zona arancione (qui le regole). Dopo solo venti giorni dal passaggio in zona gialla, i cittadini mostrano qualche segno di amarezza, ma non intendono farsi sfuggire quest’ultima opportunità prima di dover fare i conti con ulteriori restrizioni: c’è chi beve un caffè seduto al tavolino del dehor, chi esce dai ristoranti sazio del proprio pranzo fuori con la famiglia e chi, infine, si riunisce con gli amici per fare due chiacchiere sotto il sole.
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"Credo che le soluzioni estreme non servano a più di tanto arrivati questo momento, anche se cambiare il colore delle zone così frequentemente è più dannoso di un lockdown totale. Le attività hanno bisogno di lavorare, e le persone si stanno abituando a stare da sole. C’è da aspettarsi, dunque, che in un momento in cui si può ancora uscire - soprattutto alla vigilia di una zona arancione - la gente incontra maggiormente gli amici e ne approfitta per farsi un aperitivo - commenta Francesca Coliva -. Chi abita in comuni piccoli come me è maggiormente penalizzato rispetto agli altri".
Le famiglie per lo più si concentrano nei parchi - soprattutto quelle con bambini piccoli - mentre nel centro storico sono maggiormente i giovani a muoversi per le strade. Chi ha un amico residente in un altro comune, o chi vive in una zona fuori provincia, ne approfitta per darsi appuntamento prima che sia troppo tardi.
Zona Santo Stefano e Piazza Maggiore rimangono i luoghi più gettonati e amati dai bolognesi, dove - raggiunto un numero di presenti molto alto - è diventato persino difficile mantenere le giuste distanze. Ma c’è anche chi, dall’altra parte, opterebbe per misure più restrittive.
"Per evitare le varianti, io proporrei un lockdown totale, continuando il più velocemente possibile con i vaccini. Purtroppo aprire e chiudere significa solo protrarre la cosa. In questo modo si fa del male anche all’economia, perché è proprio facendo così che si dilungano i sacrifici dei lavoratori, costretti a cambiare le loro modalità di lavoro da un giorno all’altro. Credo che la gente sia ormai molto sensibile alla cosa, anche i giovani, per esempio, non eccedono più le regole - sottolinea Carlotta Salmi -. All’inizio si vedeva ancora qualcuno infrangere le regole, girare senza mascherina, mentre ora ognuno si gode la sua libertà (quando permesso) ma rimanendo comunque corretto e rispettoso verso le regole. Ormai, penso si tratti di un problema più profondo, non derivante dalla mancanza di rispetto delle regole ma che andrebbe risolto con un lockdown capace di diminuire realmente i contagi".