
Arena del Sole, da Nanni Moretti a Popolizio "Un cartellone con un filo rosso: la qualità"
di Claudio Cumani
C’è un filo rosso che lega gli spettacoli del prossimo cartellone dell’Arena del Sole? Valter Malosti, direttore artistico di Ert, risponde sicuro: "La qualità. Oltre alle tante produzioni e coproduzioni, proporremo un maggior numero di ospitalità e molti appuntamenti fuori abbonamento". La programmazione dell’Arena verrà svelata a settembre ma alcune indicazioni si possono già trarre dall’elenco delle citate produzioni che il Teatro Nazionale ha reso noto qualche settimana fa. Cosa vedremo? Partiamo dalle prime assolute.
Aprirà la stagione il 13 ottobre il nuovo lavoro di Motus ‘Frankenstein (a love story)’ con Silvia Calderoni ma da segnare c’è anche l’ultima creazione di Balletto Civile e Michela Lucenti ‘Les Fleurs’ previsto dal 7 al 17 dicembre. E ancora Eva Robin’s ne ‘Le serve’ di Genet (1-4 febbraio), il brechtiano ‘Santa Giovanna dei Macelli’ di ErosAntEros con la band slovena Laibach (18-21 aprile) e il testo di Vitaliano Trevisan ‘Scandisk’ dal 6 al 18 febbraio.
E poi Matilde Vigna con ‘L’ultima figlia’ e Roberta Lidia De Stefano con ‘Di Grazia’.
Debutti a parte, c’è altro da vedere. Dal 31 ottobre al 5 novembre arriverà intanto lo spettacolo più atteso della stagione, ‘Diari d’amore’ da Natalia Ginzburg che segna la prima volta di Nanni Moretti nella regia teatrale. Ma molta attenzione richiede ‘Antonio e Cleopatra’ di Shakespeare diretto da Malosti che ne è interprete con Anna Della Rosa. Poi bisogna citare il pirandelliano ‘La vita che ti diedi’ firmato dal direttore dell’Odéon parigino Stéphane Braunschweig, ‘The City’ di Jacopo Gassman e l’omaggio a Calvino di Mario Perrotta. Tornerà a dicembre Pippo Delbono con il bellissimo ‘Amore’, si vedrà anche a Bologna ‘Uno sguardo dal ponte’ diretto e interpretato da Massimo Popolizio mentre la compagnia ‘lacasadargilla’ proporrà ‘Il Ministero della Solitudine’. Sempre sul fronte delle riprese non va perso ‘Aspettando Godot’ con Vetrano e Randisi diretti da Terzopoulos. Il cartellone si annuncia variegato: da segnalare ancora la quattro giorni (19-22 ottobre) dedicata al coreografo israeliano Sharon Fridman e, soprattutto, il focus sul tema del lavoro che culminerà nel debutto italiano di fine gennaio di ‘Pendolum’ del regista portoghese Marco Martins. Al centro dell’allestimento l’esistenza complessa di un gruppo di badanti immigrate.
Non ci sarà quest’anno il festival ‘Vie’ che, spiega Malosti, verrà reimpostato e avrà cadenza biennale. Ert si avvia alla nuova stagione con un bilancio di tutto rispetto (140mila presenze nei suoi teatri) e un’agenda ‘23-‘24 impegnativa: 52 fra produzioni e coproduzioni, di cui 30 nuovi allestimenti e 22 riprese.
"Produciamo molto – spiega il direttore – anche per aiutare le compagnie indipendenti costrette a muoversi in una logica complessa e faticosa. In una regione ricca di talenti come questa un Teatro Nazionale deve fare la sua parte". E, aggiunge, deve muoversi in una logica di welfare culturale. Il costo medio di un biglietto nei teatri Ert è in effetti di 10 euro.