Nonostante i cittadini di origine cinese, residenti tra Bologna e provincia, siano 6.400 i donatori di sangue sono pochissimi. Un fenomeno che caratterizza non solo il Bolognese, ma l’intera regione. Per questo Avis Emilia Romagna (presidente Maurizio Pirazzoli), in collaborazione con Avis provinciale Bologna, la città metropolitana con la comunità di origine cinese più numerosa (seguita da Modena e Reggio) ha messo in piedi una serie di iniziative di sensibilizzazione alla donazione.
La prima si è svolta in una scuola, gestita dall’ associazione culturale Boyue, che è una sorta di spazio di qualità dove i bambini e ragazzi trascorrono i pomeriggi e i giorni festivi imparando la cultura e la lingua cinese. Le insegnanti e gli insegnanti sono quasi tutti giovani studenti cinesi dell’Università di Bologna, o appena laureati in madre patria. Un altro incontro si è tenuto presso la Casa dei donatori di sangue (di fianco all’ospedale Maggiore) alla presenza dei rappresentanti della comunità, degli studenti e delle imprese cinesi presenti in città. Tante le domande che sono state rivolte alla presidente Avis della provincia di Bologna, Sonia Manaresi. Tra queste alcune molto tecniche, come i valori dell’emoglobina che bisogna avere per poter donare , ma anche cosa mangiare prima della donazione e se questa influisce sull’attività fisica.
Ma perché i cinesi non donano, o solo in pochissimi casi, il sangue? L’Avis ha chiesto aiuto a due consulenti, Monica Hu, nata in Italia da genitori cinesi e Zheng Ningyuan, nato in Cina e arrivato a Bologna da circa 10 anni, per capirne le ragioni. "Nella tradizione cinese si dà molta importanza al Qi (si legge Ci, ndr) ovvero lo spirito vitale di ogni essere umano, che risiede proprio nel sangue – spiegano –. Dunque un po’ della diffidenza nelle generazioni più mature si riscontra proprio nel timore di perdere vigore e salute con l’atto della donazione". Un pensiero che, va detto, le nuove generazioni stanno modificando proprio attraverso il dialogo e la conoscenza. Infatti, dopo l’incontro, sono diversi i cittadini cinesi che hanno chiesto il modulo di iscrizione all’Avis, mentre il primo luglio, al Giardino Savioli, alle 20.30, ci sarà uno spettacolo durante il quale ragazzi e bambini intoneranno antiche poesie cinesi risalenti a migliaia di anni fa: il ricavato della serata sarà devoluto all’Avis. Tra le altre iniziative una sensibilizzazione alla donazione attraverso WeChat che i cinesi usano moltissimo.
Monica Raschi