
Gli affittuari di via Orfeo con il consigliere comunale di Coalizione Civica Detjon Begaj
Bologna, 2 aprile 2025 – Paura, ansia e abbandono. Sono i tre sentimenti che emergono dalla voce dei cittadini delle 24 unità abitative in via Orfeo 27/a e 29. La causa scatenante di queste tristi emozioni è la vendita dei due condomini da parte dell’Istituzione Asili Infantili alla Giotto srl.
Nel dettaglio, la cessione è avvenuta il 16 dicembre 2024 e dal 1° marzo la nuova proprietà è subentrata come parte locatrice di chi abita in quello spazio. Tre sono i motivi "incomprensibili” secondo gli inquilini. L’intero palazzo “sarà oggetto di ristrutturazione integrale strutturale, a causa di consolidamenti strutturali fondamentali per ragioni di sicurezza statiche e di miglioramento sismico del fabbricato” è scritto in un documento fatto arrivare ai conduttori. La ristrutturazione, dice la Giotto srl, è “necessaria per motivi di sicurezza” e include interventi interni.
Pertanto, le singole unità immobiliari sono state avvisate che "la propria casa non potrà essere mantenuta durante il periodo dei lavori”. Una condizione che rende configurabile il diritto del locatore di risolvere il contratto, “risultandone impossibile la prosecuzione”, prosegue la lettera. Così, il gruppo societario ha fornito in locazione a un altro immobile in via Agucchi 175, sempre appartenente alla stessa azienda: “Avete 15 giorni da oggi per valutare la possibilità di definire la questione nei termini indicati”, dicono.
Gli inquilini rispondono: "Se sta crollando una casa, perché al suo fianco resta aperto un asilo con decine di bambini? Serve chiarezza – argomenta Patrizio Del Bello -. Non c’è stata nessuna comunicazione formale. Ci hanno risposto ‘se non accettate la soluzione, magari ci vediamo in tribunale’”.
E allora, “cosa vogliono fare nel nostro stabile?", si chiedono i residenti. Con un investimento economico ingente da parte di Giotto srl viene da pensare: “Vogliono costruire appartamenti di lusso oppure bnb? Avere le case libere è utile a loro per fare i lavori, così da rivendere a prezzi folli le nuove abitazioni, stracciando i contratti precedenti. Noi abbiamo degli accordi che scadono anche tra 4 anni, quanto ci hanno chiesto non è conforme alla legge», specifica Del Bello. Inoltre, continua, “tanti abitano qui da più di 30 anni o sono soggetti fragili. Questa lettera è predatoria ed è scritta da una persona che vuole risolvere in modo sbrigativo il problema”.
La locataria Eva Miscea si sente “allontanata per nulla” e domanda: “Il centro deve essere per ricchi e turisti o ancora per lavoratori, famiglie e studenti? Vogliamo la documentazione dei lavori e il rispetto delle norme. Alcune persone hanno lasciato la propria casa perché sono stati agevolati nell’uscita”, sostiene.
Al fianco dei domiciliati in via Orfeo c’è il consigliere comunale di Coalizione Civica Detjon Begaj. "Una poca trasparenza che va al limite della menzogna”, racconta Begaj. Secondo il consigliere comunale, alle spalle di questa operazione c’è una “volontà speculativa”. Perché “non si spediscono raccomandate per sfrattare della gente senza far sapere i motivi o le condizioni di questa azione. Costruiranno affitti brevi? Vedremo se sarà questa la tendenza”.
È importante, però, "denunciare alle istituzioni queste situazioni” affinché il Comune possa chiedere loro le pratiche del caso: “Da Giotto srl non abbiamo avuto ancora nulla. Nessuno dovrebbe avere atteggiamenti intimidatori nei confronti di persone che vivono in una casa”, conclude Begaj. È intervenuto anche l’avvocato dei residenti Alberto Nappi: “Abbiamo inviato alla Giotto una richiesta della documentazione in loro possesso – dichiara – ribadendo che la legge da diversi diritti ai conduttori che noi faremo rispettare. La risposta sarebbe dovuta arrivare entro il 25 marzo ma ancora non abbiamo avuto niente”.
L’interrogativo che più volte è stato presentato durante la conferenza è ‘cosa vogliono costruire?’. L’avvocato Nappi si è "fatto un’idea” ma ha deciso di “tenermela per me”. Tuttavia, “chiunque seguirà la vicenda potrà avere un’opinione, considerando il periodo storico che sta vivendo la città”, chiude Nappi.