CRISTINA DEGLIESPOSTI
Cronaca

Bologna, anche un anestesista del Sant'Orsola tra gli indagati

Figlio del professore di Parma finito ai domiciliari. E' coinvolto nell'inchiesta su mazzette nel settore farmaceutico

Personale medico in servizio

Personale medico in servizio

Bologna, 9 maggio 2017 - C'è un anestesista bolognese tra le 75 persone indagate dalla procura di Parma, nell’ambito dell’operazione ‘Pasimafi’ del Nas. Si tratta di Andrea Fanelli, 37enne dirigente medico del Sant’Orsola, per la cui procura parmense ipotizza le accuse di associazione a delinquere e corruzione. Secondo la ricostruzione del Nas, che ieri ha eseguito 19 ordinanze di custodia cautelare (domiciliari), a essere stata sgominata sarebbe una vera e propria organizzazione a cui partecipavano dirigenti medici, un dirigente del ministero della Salute e diversi manager del campo farmaceutico per pilotare il ‘business’ delle cure palliative e delle terapie del dolore.

Una organizzazione criminale in grado di effettuare ricerca non autorizzata su pazienti in alcune strutture di terapie del dolore dell’Università di Parma e della regione, di organizzare convegni medici su controllo diretto delle stesse aziende farmaceutiche e pilotare le pubblicazioni scientifiche. Secondo il pm Giuseppe Amara, ideatore e vertice dell’organizzazione era il professor Guido Fanelli (ai domiciliari), 62 enne, direttore della struttura complessa 2ª Anestesia, rianimazione e terapia antalgica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma.

Un luminare nel campo della terapia del dolore tanto da essere uno dei principali artefici della legge 38 che regolamenta il settore. Sarebbe stato lui nel 2015 a costruire la fitta rete di interesse che ha portato alla creazione di due società di comodo per il riciclaggio del denaro illecito e che permettevano di acquistare immobili, auto di lusso e anche uno yacht ‘Pasimafi V’ in suo uso.

Andrea Fanelli, figlio del prof e ieri perquisito, per la procura avrebbe avuto un ruolo più defilato (non è agli arresti): su indicazione del padre, avrebbe redatto «per conto di case farmaceutiche e di dispositivi medici lavori di valenza scientifica utili al fine di agevolare i loro interessi commerciali». «Nella nostra regione non c’è e non potrà mai esserci spazio per chi agisce pensando di trarre profitto o qualsiasi tipo di vantaggio – ha subito chiarito l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi – speculando sulla salute».