Quando ha fatto il suo ingresso al Modernissimo è stata come una scena al rallenty, di quelle dei suoi film, inquadrature simmetriche e poi partono i Kinks. E naturalmente colori pastello. Impossibile non citare I Cani, band romana di grande successo anni fa, che a Wes Anderson dedicò proprio un brano col suo nome. Ma la magia del cinema (che chi era seduto in prima fila ha certamente vissuto come dentro un film) non si è accesa durante la presentazione che il regista americano ha fatto del film ‘Brick and Mirror’ di Ebrahim Golestan, cineasta iraniano che nel 1965 giró questa sorprendente pellicola in un bianco e nero meraviglioso. La magia, si diceva, è quando Anderson si dirige alla poltrona n.8, quella dei Fratelli Lumière, davanti allo stuporemeraviglia di chi se lo vede capitare vicino e ’si fa il film’, perché vuole ascoltare uno dei suoi attori cult, Jeff Goldblum, invitato dalla Cineteca a presentare ’La Mosca’ di Cronenberg, che ne ha fatto un mito, da grande interprete quale già era.
Già prima, quando Anderson aveva presentato il film scelto per le celebrazioni del nuovo Modernissimo ("per me è come il Louvre o il Prado"), Goldblum era seduto tra il pubblico: a questo punto viene proprio da immaginare che i due si siano incontrati non certo per caso a Bologna, ma grazie all’orchestrazione di Gian Luca Farinelli e il suo staff. Il direttore della Cineteca, o forse questa nostra città-paesone, ha questa capacità di dare un senso di normalità all’eccezione, senza spogliare il momento della sua eccezionalità. Farinelli ricorda alla platea di aver visto ’Le avventure acquatiche di Steve Zissou’ proprio all’Arcobaleno: "Ma il cinema allora era così brutto che non rese giustizia al fim". Consola il fatto che per Goldblum invece il Modernissimo "è il cinema più bello del mondo". Insomma per il pubblico in sala – in tanti, va detto, non avevano visto ’La Mosca’ e lo dichiarano per alzata di mano – è un momento unico, magico, perché a un certo punto comincia questo show in cui Wes Anderson inizia a fare le domande a Jeff Goldblum, che lui ha diretto in ’Le avventure acquatiche di Steve Zissou’ e poi in ’The Grand Budapest Hotel’.
Goldblum infatti ha appena finito di rispondere a Farinelli, spiegando che ’La Mosca’ ha nel suo cuore un posto particolare perché è arrivato in un momento in cui cercava qualcosa di nuovo per fare ancora meglio il suo lavoro, mentre prima di lui il personaggio di Seth Brundle era stato proposto a Pierce Brisbane e John Malkovich: ed ecco che quando l’attore chiede se magari si può fare una domanda dal pubblico, alza la mano Anderson.
"Quando fai dei film – chiede– sei un attore estremamente musicale e mi chiedevo se utilizzi la musica per prepararti nei film dove la musica non c’entra". Jeff: "In effetti, e rischio di mettermi in imbarazzo raccontandolo, ma quando giravo con te mi sono ritrovato a canticchiare in una scena mentre mi preparavo, con la ragazza che metteva a posto i costumi. E tu a un certo punto sei arrivato e mi hai detto di smettere che infastidivo un po’.... Per me invece la musica è un portale, mi rilassa, mi fa entrare dentro la scena".
Anderson ha anche raccontato come Goldblum, a differenza di altri attori che finito di girare se ne vanno, ami rimanere sul set tutto il giorno a raccogliere tutte le informazioni possibili e come si prepari anche da solo le scene, così da arrivate preparatissimo al ciak. "Una cosa bellissima – chiosa il regista – ho chiesto anche agli altri attori di farlo, è un modo fantastico di lavorare".