
Un’attività messa in piedi con sacrificio nel 2015, ma che andava molto bene, anche per la gentilezza e la professionalità di questo sarto arrivato in Italia con mille peripezie, che però in Bolognina ha trovato casa. Zia Hassani (foto) riapre lunedì il laboratorio in via Fioravanti 2628, ma non sa bene a cosa andrà incontro. Però ha avuto un’idea carina, per far ripartire il suo lavoro, ovvero quella di cucire due modelli di mascherine, scegliendo stoffe molto originali e ricercate, e mettendo al servizio di quello che diventerà l’accessorio dell’anno – purtroppo – la sua grande esperienza sartoriale. Da lunedì la vetrina si ripresenta con tante fogge e stampe di mascherine di puro cotone lavabile a 60 gradi, con la possibilità di inserire i filtri in tessuto non tessuto (tnt) che vengono fornito all’acquisto. E poi, se il cliente lo desidera, porta la sua stoffa, sceglie il modello (da 5 o 7 euro) e Zia realizza l’accessorio. "Questo lockdown ci ha messi in ginocchio – spiega – e due mesi senza lavoro significano due mesi senza stipendio, con tutte le cose da pagare, tra negozio e casa. Fortunatamente il laboratorio è mio, sto pagando il mutuo che per ora è sospeso, ma se fossi stato in affitto, avrei chiuso". E conclude con una richiesta, per chi vuole stringere o accorciare dei capi: "Chiedo di portarmi il capo con le misure prese da sé, se proprio una persona non ci riesce lo faremo noi, facendo entrare un cliente alla volta". Ogni tre ore si sanifica e poi la sera, per la mattina dopo.
Benedetta Cucci