"Amo Bologna, è bello tornare qui"

Julian Casablancas degli Strokes suona con i Voidz all’Arena Puccini: "La mia carriera? Non cambierei nulla"

"Amo Bologna, è bello tornare qui"

"Amo Bologna, è bello tornare qui"

È arrivato nel 2001 con quell’indie rock leggero, di chi non si prende troppo sul serio: un successo. Da allora Julian Casablancas, frontman degli Strokes, ne ha fatta di strada: una carriera di oltre 20 anni in cui ha continuato il lavoro coi compagni di sempre ma ha anche avviato, nel 2014, il progetto parallelo e più sperimentale con i the Voidz. E coi Voidz è stasera all’arena Puccini, in via Sebastiano Serlio 252, alle 21, per un’unica data italiana all’interno di Diretto Live Festival, rassegna di Comcerto con Locomotiv club. Abbiamo parlato con Casablancas della musica e del futuro.

Sabato eravate a Barcellona, primo show dei Voidz dopo 4 anni. Intanto ce ne sono stati parecchi con gli Strokes. Com’è stare tanto in tour?

"Gli show con gli Strokes sono semplici. Con i Voidz è stato più intenso... Ti prepari, c’è la pressione... È la cosa su cui sto lavorando di più ora".

È abituato ad arene e festival, meglio un ambiente più intimo come quello di stasera?

"Sì, assolutamente. Guardare lo show su un mega schermo è come farlo da casa. Ma onestamente e tristemente è l’unico modo per guadagnare come musicista oggi. L’ideale è un residency, più show in una piccola location, ma non è remunerativo. È la realtà del mondo della musica, ma sono fortunato: posso fare ciò che amo coi Voidz".

È la seconda volta a Bologna. Qualche ricordo della città?

"Il primo è stato uno degli show più divertenti. Ho sempre voluto vedere Firenze, ma non ci sono mai stato. Bologna è forse il mio posto preferito in Italia".

La musica è cambiata molto in pochi anni, ora Tiktok la fa da padrone. Un bene o un male?

"Non mi piace Tiktok, pieno di balletti, contenuti non originali... Forse sono solo vecchio, meglio Youtube. Solo perché una cosa è popolare non vuol dire che sia la migliore di sempre".

Si parla molto di come l’intelligenza artificiale cambierà la musica. Una minaccia?

"Direi di no. Mi sembra una cosa molto avanzata, forse migliorerà la musica. Pop e techno sono mai cambiate in 30, 40 anni? Sono contento che qualcosa possa imitarle. E poi è un grosso passo per spingersi oltre".

Una lunga carriera: i primi anni, l’album solista, i Voidz... Cambierebbe qualcosa?

"Non vuoi incasinare la linea del tempo, no? Cambio qualcosa e Hitler vince la guerra: ’Grazie, Julian’. Sto bene ora. Non cambierei niente. Ho sempre cercato di fare cose orecchiabili, ma anche nuove. Con gli Strokes siamo sempre stati un po’ troppo mainstream per me".

Da poco è uscita ’Prophecy of the dragon’ dei the Voidz. Arriverà un nuovo album?

"Nessun album. Solo singoli e forse alla fine li metteremo insieme: ce ne sono tanti in ballo".

Il produttore Rick Rubin mesi fa ha detto che gli Strokes stavano registrando in Costa Rica. Lavorate a nuove canzoni?

"Eravamo a casa di Mel Gibson. È stato surreale, bello. Ma abbiamo solo buttato là delle idee. Non sta succedendo, non ora".

Il modo in cui scrive le canzoni è cambiato nel tempo?

"All’inizio scrivevo tutte le parti di tutti gli strumenti, ma il mio sogno era lavorare con persone che fossero il meglio in ciò che fanno, così da non dover pensare a tutto. Ora penso che stia succedendo coi Voidz. È bello".

Prevendite: ticketmaster.it e ticketone.it, da 36,80 euro.

Sara Servadei