Bologna, 12 marzo 2017 - Sospeso per sei mesi Angelo Fioritti, direttore sanitario dell’Azienda Usl. Il provvedimento è stato preso venerdì sera dall’Ordine dei medici e a Fioritti, che comunque prosegue l’attività lavorativa, è stato letto il dispositivo a notte fonda.
La vicenda è quella iniziata a febbraio dello scorso anno e che finora ha colpito dieci camici bianchi – sette di Bologna, tra cui Giovanni Gordini, direttore del dipartimento Emergenza dell’Ausl, uno di Modena e uno di Piacenza – accusati dall’Ordine di aver delegato a personale infermieristico atti medici sulle ambulanze.
Un duro colpo per l’Azienda di via Castiglione e per il direttore generale Chiara Gibertoni, che ieri ha deciso di esprimere solidarietà a Fioritti, pubblicando un messaggio via Intranet, diretto a quasi 9mila dipendenti. E subito è scattato il tam tam in città.
«Le motivazioni del provvedimento, non ancora rese note formalmente – è stato scritto nella nota – risiedono nelle controversie sulle funzioni e i compiti svolti dagli infermieri in attività di emergenza-urgenza. Alcuni mesi fa l’Ordine aveva sospeso per le stesse ragioni altri sei professionisti dell’Azienda. La direzione generale dell’Azienda Usl conferma la propria fiducia e stima nei confronti del dottor Fioritti, così come dei professionisti già colpiti da analoghi ingiustificati provvedimenti».
Ma se per l’Ausl si tratta di sanzioni «ingiustificate», secondo Giancarlo Pizza, presidente dell’Ordine dei medici, «il direttore sanitario ha il compito deontologico di verificare se le prestazioni sanitarie vengono eseguite in base alle normative. Quando ci sono istruzioni operative redatte da medici dell’Azienda che, secondo l’Ordine, configurano la delega di atti medici a personale non medico, questo rappresenta un elemento di contrasto con il codice deontologico. Insomma, il direttore sanitario è il garante del corretto agire dei medici».
Il provvedimento, «il primo in Italia a carico di un direttore sanitario, a quanto mi risulta», osserva Pizza, è destinato a scuotere il mondo della sanità. Gli altri 9 camici bianchi hanno fatto appello alla Cceps (Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie). «L’Ordine ha preso un provvedimento che non può lasciare indifferente la Regione – osserva Galeazzo Bignami, presidente del gruppo regionale di Forza Italia – e mi auguro che venga sanata una vicenda che è giocata sulla pelle dei cittadini».