REDAZIONE BOLOGNA

Amato resta in carcere. Respinta l’istanza della difesa

Il presidente della Corte d’assise ha respinto l'istanza di scarcerazione per Giampaolo Amato, accusato del duplice omicidio della moglie e della suocera. Resta in carcere.

Amato resta in carcere. Respinta l’istanza della difesa

Giampaolo Amato resta in carcere. Il presidente della Corte d’assise Pier Luigi Di Bari, che sta giudicando l’oculista di 64 anni accusato del duplice omicidio della moglie e della suocera a 22 giorni di distanza l’una dall’altra nell’ottobre 2021, ieri ha infatti respinto l’istanza di scarcerazione presentata nei giorni scorsi dai difensori dell’imputato, gli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna. I quali avevano fatto presente anche all’ultima udienza, due giorni fa, di avere proposto la soluzione di una detenzione domiciliare, anche con braccialetto elettronico, nella casa in Romagna di uno dei fratelli dell’oftalmologo, e di sua moglie, l’avvocato Maria Clotilde Beretta che in aula ha rimarcato la propria disponibilità ad accogliere il cognato.

In particolare, l’istanza della difesa faceva perno sul decadimento della sussistenza del pericolo di reiterazione del reato – che secondo le ordinanze di custodia cautelare e le successive decisioni di Riesame e Cassazione, che sempre hanno rigettato le richieste di scarcerazione del medico, era il principale rischio per cui era necessaria la detenzione in carcere –, poiché, come emerso al processo durante la sua testimonianza, l’amante di Amato, la donna cioè che secondo i giudici rischiava di esserne la nuova vittima, si è trasferita in un’altra regione. Inoltre, la casa in Riviera del fratello del 64enne dista 100 chilometri da Bologna, fulcro della vita e degli affetti dell’indagato, ed essendo lui sospeso dall’Ausl non potrebbe in alcun modo accedere agli spazi da cui, secondo l’accusa, avrebbe sottratto i farmaci utilizzati per uccidere le due parenti.

Ma questi temi non hanno convinto il presidente della Corte d’assise. Per Amato si prospetta dunque un’estate alla Dozza.

Federica Orlandi