"In questa storia – ha detto Monica Gaudioso, una delle persone vicine alla vittima, mentre commossa stava lasciando l’aula di tribunale – non ha vinto nessuno. Siamo tutti molto colpiti e anche distrutti da quello che è successo. Ora è finita, è finita così. È una distruzione, non so cos’altro dire. Ci aspettavamo questa decisione, anche se poi sono sempre i giudici a scegliere, ma noi pensavamo che sarebbe andata in questo modo. Possiamo almeno dire che è stata fatta giustizia".
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Dopo che il presidente della Corte, Pier Luigi Di Bari, ha letto il dispositivo, sono state tante le persone vicine a Isabella che si sono lasciate andare alla commozione. Quella di chi aspettava questo momento da un anno e mezzo, il momento della verità, quantomeno giudiziaria, sulla morte di Isabella e Giulia, e di conseguenza sulla responsabilità dell’oculista sessantacinquenne. Soddisfatto anche l’avvocato di parte civile, che assiste Anna Maria Linsalata, Maurizio Merlini: "È arrivato il compimento di un percorso – così il legale – che la mia assistita ha iniziato tre anni fa, nel 2021. È passato del tempo, Anna Maria è sempre stata attenta a chiedere che si accertassero le cause della morte, senza pregiudizi. Non ha mai avuto preconcetti, però man mano ci siamo convinti tutti sempre di più che il percorso conducesse a questo risultato. E oggi arriviamo ad avere una conferma che quello che avevamo visto era corretto. Vogliamo ringraziare la Procura, la polizia giudiziaria e i carabinieri per l’attentissimo lavoro, con passione e intelligenza, che hanno fatto in questi anni". Alle parole di Merlini, si sono aggiunte anche quelle dell’altro avvocato di parte civile, Francesca Stortoni, che assiste Nicola Tateo, fratello di Giulia: "Siamo arrivati a questo risultato – dice – che sicuramente è anche una parola di verità per queste due vittime perché è stata restituita anche a loro una dignità".