FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Amato dal carcere "Non sono pericoloso, liberatemi". Ma i giudici: può perseguitare l’ex

Il medico accusato di avere ucciso moglie e suocera: "Io innocente, in cella non c’è dignità". Per le parti civili ci sarebbe anche un rischio per l’incolumità della cognata e delle sue amiche

Bologna, 12 luglio 2024 – “Io non mi vergogno. Giro a testa alta, perché non ho mai fatto del male: né nel 2021, né in vita mia. Non sono una notizia per il giornale, un condannato anzitempo e sulla cui sorte si accettano scommesse, un uomo in vincoli che le ex amiche del liceo vengono a guardare, tifando per la sua colpevolezza". Giampaolo Amato rende nuove dichiarazioni spontanee alla Corte d’assise che lo giudica per gli omicidi della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo. Con la voce spezzata, parla del rigetto da parte della stessa Corte dell’istanza di scarcerazione dei suoi difensori, avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, che avevano proposto per lui i domiciliari con braccialetto elettronico nella casa a Riccione del fratello. "Non voglio attribuire un significato di merito al giudizio di pericolosità sociale che ancora una volta mi viene assegnato – così l’oculista di 65 anni accusato di avere avvelenato con benzodiazepine e anestetico le parenti per ereditare e vivere serenamente la propria relazione extraconiugale –, ma voglio ribadire la mia innocenza".

Il medico oculista Giampaolo Amato, 65 anni, è in carcere dall’8 aprile del 2023
Il medico oculista Giampaolo Amato, 65 anni, è in carcere dall’8 aprile del 2023

Punta allora il dito contro la "Pubblica accusa, per cui sono pericoloso solo dall’8 aprile 2023 dopo un anno in cui ero indagato a piede libero" (i presunti omicidi risalgono al 9 e 31 ottobre 2021) e "l’accusa privata che lancia l’allarme per l’incolumità di mia cognata e persino delle amiche che vengono a parteggiare per lei, come in un combattimento di gladiatori". Gli avvocati di parte civile infatti, Maurizio Merlini per la sorella di Isabella, Anna Maria, e Francesca Stortoni, per lo zio, si sono opposti all’istanza per il rischio di reiterazione del reato contro i testimoni dell’accusa, di cui Anna Maria è appunto la capofila, affiancata da varie amiche di entrambe le sorelle.

Amato si inserisce poi nell’attualissimo tema delle condizioni dei detenuti in carcere (le Camere penali hanno proclamato tre giorni di astensione, l’ultimo oggi): "Il carcere è la mancanza d’intimità, il disagio di una coabitazione insostenibile senza potersi fare la doccia da soli. Lo Stato non è in grado di assicurarci la dignità, affidata solo alla buona volontà di singoli operatori e agenti". E lamenta l’impossibilità di fare terapia al ginocchio operato il giorno prima dell’arresto.

La Corte motiva il "no" ritenendo che l’imputato potrebbe compiere "gravi delitti", non per forza omicidi, ma "per esempio lo stalking", contro la ex amante. La donna si è trasferita e ha detto ai giudici di non aver mai temuto l’imputato, ma per loro lui potrebbe raggiungerla e perseguitarla "anche via social, cui nemmeno i domiciliari garantiscono la preclusione". E il parere dello psichiatra della difesa Renato Ariatti, che lancia l’allarme sul rischio di gesti estremi di Amato in carcere per via della depressione e ne evidenzia i "marcati tratti narcisistici", fa però ritenere al tribunale che al medico manchi "la piena capacità a disciplinarsi in ambito coercitivo", cioè a ’stare alle regole’ dei domiciliari.

Ieri era inoltre testimone l’ultimo dei fratelli Amato, Michele: "Il giorno della morte di Isabella c’era una forte aggressività. Anna Maria, Giampaolo e i suoi figli non sembravano una famiglia. Penso che lei rivivesse il trauma di quando il padre tradì la madre". Un amico dell’imputato riporta: "Nel 2019 Isabella mi diede un blister di Stilnox (farmaco benzodiazepino-correlato, ndr), preso da una sua scatolina aperta, perché non dormivo. Disse che lei lo usava regolarmente".