CHIARA GABRIELLI e FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Amato verso l’appello. “Errore giudiziario, serve una perizia. I delitti? Tesi assurde”

I difensori dell’oculista accusato di avere ucciso moglie e suocera: “I giudici hanno sposato l’ipotesi accusatoria senza basi scientifiche. Ricostruzione dei fatti più da romanzo giallo che da processo penale”

Amato verso l’appello. “Errore giudiziario, serve una perizia. I delitti? Tesi assurde”

Bologna, 1 marzo 2025 – Per sostenere “l’insostenibile” tesi della colpevolezza di Giampaolo Amato, i giudici di primo grado sono dovuti ricorrere “alla fantasia di un giallista piuttosto che alla lucida, rigorosa e distaccata analisi di un giudice”.

A sinistra Giampaolo Amato condannato in primo grado all'ergastolo per il duplice omicidio della moglie Isabella Linsalata (a destra) e della suocera
A sinistra Giampaolo Amato condannato in primo grado all'ergastolo per il duplice omicidio della moglie Isabella Linsalata (a destra) e della suocera

Depositata la richiesta d’appello

Non le mandano a dire i due nuovi legali dell’oculista 65enne accusato di avere avvelenato a ottobre 2021 la suocera Giulia Tateo e la moglie Isabella Linsalata, condannato all’ergastolo per quel duplice omicidio. Gli avvocati Valerio Spigarelli e Franco Coppi hanno depositato la richiesta d’appello contro la sentenza: chiedono una perizia tossicologica dei liquidi biologici di Isabella, per stabilirne una volta per tutte la causa del decesso, e una nuova analisi dei dispositivi tecnologici dell’imputato.

I decessi

Per l’accusa, Amato assassinò a 22 giorni di distanza l’una dall’altra suocera e moglie stordendole con la benzodiazepina Midazolam e finendole con l’anestetico ospedaliero Sevoflurano. Movente: poter vivere serenamente la relazione con l’amante ed ereditare almeno l’appartamento e lo studio di via Bianconi in cui viveva e lavorava. Tesi che non regge, per i difensori. “La causa della morte di Isabella Linsalata è stata individuata dal giudice sulla base di considerazioni parziali, ascientifiche, arbitrarie”, attaccano i legali, “smentite dalle prove tecniche acquisite in dibattimento e destituite di supporto scientifico”, poiché nessun consulente ha saputo fornire “elementi concreti sulla supposta impossibilità di ’sniffare’ Sevoflurano”, a scopo “ricreativo”, senza crollare privi di sensi. E smontano la ricostruzione delle notti dei delitti come detta dall’accusa.

Analisi informatica dei dispositivi

Oltre a porre l’accento sulla “inattendibilità/equivocità dei dati acquisiti” con “l’analisi informatica dei dispositivi” (come la App Salute), viene anche dipinto come assurdo il fatto che Amato “non si sia minimamente preoccupato di togliersi lo smart watch che sapeva capace di registrare i suoi spostamenti”.

"Romanzesca teoria accusatoria"

Quella di prima grado viene definita da Coppi e Spigarelli “una romanzesca teoria accusatoria”. E poi: “La tesi secondo cui il decesso di Giulia Tateo sarebbe avvenuto per mano omicida non è sostenuto da alcune evidenza empirica o scientifica”. E ancora: non esiste alcun movente plausibile”, tanto più per il decesso della suocera. “Addirittura risibile, oltre che disumana, è l’ipotesi” che l’omicidio della suocera “potesse costituire una sorta di ‘prova generale’, volta ad affinare competenze e capacità, di quello di Isabella Linsalata”.

“Un errore giudiziario”

E chiedono che, in appello si avvii una “analitica e complessa rivisitazione critica di tutti i profili già passati in rassegna”. Quindi, scrivono Spigarelli e Coppi, “non è plausibile sostenere che uno specchiato professionista, dopo sessant’anni di vita da incensurato, dedicati alla cura delle persone e della propria famiglia” possa aver preferito “ricorrere al duplice omicidio anziché dare corso a una separazione già concordata”. “Siamo convinti che questo sia un errore giudiziario – le parole di Spigarelli –. Il nuovo processo deve riconoscere l’innocenza di Amato, di cui siamo assolutamente certi. Il processo va rinnovato per le prove tecniche”.