Bologna, 30 ottobre 2024 – La mente dei bolognesi è tornata al 19 ottobre. Le immagini da Valencia delle auto accatastate l’una sopra l’altra, incastrate tra i palazzi, hanno ricordato a tutti l’onda arrivata quasi a lambire i piedi delle Due Torri, sgorgando dai canali anche dentro le mura del centro storico. Deve averlo pensato anche il sindaco Matteo Lepore che, di fronte alle tragiche immagini della Spagna, ha preso il telefono per scrivere un messaggio alla propria omologa a Valencia, María José Catalá, ed esprimere la massima vicinanza alla popolazione alluvionata.
Non solo: da Bologna è arrivato anche un impegno in termini di disponibilità “per fare quello che serve”. E così la solidarietà tra bolognesi e valenciani, già uniti da quello storico gemellaggio che porta la firma dell’allora sindaco Renato Zangheri, di fronte alla forza tremenda della natura si è fatto ancora più forte.
“Una terribile alluvione ha colpito la provincia di Valencia – scrive il sindaco Lepore sui propri profili social –. In sole otto ore è caduta la pioggia di un anno. Bologna e Valencia sono due città sorelle, gemellate da anni, e in questi giorni tristemente accomunate dai gravi disastri causati dal cambiamento climatico. Per questo ho voluto scrivere alla sindaca di Valencia, per esprimere tutta la nostra vicinanza, solidarietà e aiuto”.
Lepore ieri ha incontrato tra i saloni del palazzo comunale bolognese Galeazzo Bignami, deputato di FdI e viceministro alle Infrastrutture. Un summit positivo, secondo quanto filtra, all’insegna di uno spirito di unità e collaborazione ribadito tanto a destra quanto a sinistra in questi giorni, per fare soprattutto il punto sullo stato dell’arte di fiumi, torrenti e canali dopo l’alluvione.
La tragedia valenciana ha sconvolto i bolognesi riempendo i social con le fotografie del disastro appena 10 giorni dopo aver vissuto la furia dell’acqua sulla propria pelle. E, tra la solidarietà generale, non sono mancate nemmeno le provocazioni dolciamare di alcuni esponenti politici. Soprattutto verso chi, recentemente, ha parlato di manutenzione e pulizia di fogne e quant’altro. “E anche a Valencia non puliscono i tombini...”, scrive l’ex consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Andrea Defranceschi. “Parliamo ancora di tombini? O capiremo che occorre subito un radicale taglio delle
emissioni che alzano le temperature dei mari e scatenano questi
eventi’”, tuona Simona Larghetti, consigliera bolognese di Coalizione civica, candidata alle Regionali con Avs. “Forse è ora di smettere di parlare di canali e tram e iniziare a parlare di cambiamento climatico”, sferza invece Mattia Santori, ex leader delle Sardine, oggi in consiglio comunale a Bologna. Seria l’europarlamentare piddì Elisabetta Gualmini, secondo cui i fatti di Valencia “testimoniano ancora una volta che i cambiamenti climatici non sono più una favola allarmistica, ma la vera emergenza dei prossimi decenni”.
A Bologna, intanto, si ferma anche la ‘Dieci Colli’, la granfondo nata nel lontano ’85: “Pesano soprattutto le crescenti difficoltà nell’individuare percorsi ideali, dovute soprattutto agli eventi climatici degli ultimi tempi”, scrivono gli organizzatori.
Chi invece ha vissuto in prima persona il cataclisma spagnolo è Enzo Raisi, imprenditore bolognese ed ex deputato, che oggi vive proprio a Valencia: “Sono bloccato a Madrid e non riesco a tornare a casa – racconta al telefono –. Ho anche due dipendenti che non possono contattare i famigliari. Non parliamo però di cambiamento climatico, ma di un fenomeno ben preciso chiamato ‘Dana’ (o “gota frìa” in spagnolo, cioè goccia fredda, ndr) e un mix di pioggia, grandine e vento freddo che ha messo in ginocchio la provincia”.