PAOLO ROSATO
Cronaca

Alluvione, prove di pace. Meloni chiama Lepore: "Basta polemiche, lavoriamo insieme"

La premier: "Non bisogna mescolare l’evento catasfrofico e il voto. Gli attacchi da una parte e dall’altra non piacciono ai cittadini". Il viceministro Bignami: "Riva Reno, dicano se il canale è un problema".

La premier Giorgia Meloni interviene sul disastro dell’alluvione del fine settimana

La premier Giorgia Meloni interviene sul disastro dell’alluvione del fine settimana

Bologna, 24 ottobre 2024 – "Ho visto un messaggio del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che chiamerò tra stasera e domattina. Ma non mescolerei il tema dell’alluvione con il tema elettorale". Le parole sono di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, che ieri sera da Roma (ospite della festa per gli 80 anni de ‘Il Tempo’ alla Galleria nazionale d’Arte moderna) è intervenuta sul disastro dell’alluvione dell’ultimo weekend. Legata anche, inevitabilmente, al voto del 17 e 18 novembre. "Trovo che dividersi su queste questioni non sia intelligente, dobbiamo insieme studiare delle soluzioni strutturali. Ho visto un sacco di polemiche da una parte e dall’altra che non aiutano e non piacciono ai cittadini – ha detto Meloni riferendosi sempre all’emergenza ora in atto a Bologna e in Emilia-Romagna. A mano a mano che si avvicinano le elezioni proporremo la nostra ricetta come alternativa a quella dei nostri avversari". Ma prima, ha sottolineato il premier, "chiamerò Lepore".

Di Lepore ieri ha parlato anche Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti del governo Meloni, in riferimento all’intervista di del sindaco sul Carlino di ieri, in cui ha delineato una serie di accorgimenti per cominciare a intervenire nei punti più a rischio e per mettere poi a terra una nuova mappa delle zone rosse. Dagli invasi alle deviazioni dei corsi d’acqua, fino alla dichiarazione di inagibilità degli edifici. Il tutto coordinato da un gruppo di lavoro speciale con dentro Comune, vigili del fuoco, l’agenzia regionale della Protezione civile e i Consorzi di gestione. Per Bignami, per formare un gruppo "propedeutico a una nuova mappa del rischio è fondamentale scegliere le competenze giuste e le professionalità adeguate". Ma, soprattutto, bisogna "capire con chiarezza chi fa cosa". In più, dire "alle famiglie di andarsene dalle proprie case non può essere subito accettabile, deve essere l’extrema ratio. Puoi fare tutto, ma se non porti avanti la manutenzione dei fiumi e degli alvei quello che fai prima non serve a niente – ha aggiunto il viceministro con toni più duri del premier –. Chi ha la responsabilità sulle opere idrauliche? Chi sulla pulizia degli alvei? Chi per la rimozione dei tronchi? I tavoli tecnici di cui parla Lepore non possono servire solo a contare dei danni. C’è chi non vuole dragare, chi non vuole tagliare i rami, chi non vuole togliere fango e detriti: sono tutte scelte politiche. Noi pensiamo vada fatto e bisogna fidarsi di chi vive i territori, non vederli come intrusi".

Via Riva Reno coperta di fango, il giorno dopo l'alluvione di sabato 19 ottobre
Via Riva Reno coperta di fango, il giorno dopo l'alluvione di sabato 19 ottobre

Poi c’è il tema caldissimo del canale scoperchiato in via Riva Reno, l’area si è allagata all’istante e anche lì c’è un rimpallo di responsabilità. "Ci dicano chiaramente se quel canale aperto è un problema o no– ha incalzato ancora Bignami –. Lo avevamo chiesto. Non hanno mai risposto. Quel canale del Reno è tombato da 70 anni e non è mai successo nulla. E dire che a tombarlo è stato il partito comunista nel Dopoguerra. Tremendo sentire dire, oggi, che per fortuna il canale è stato scoperchiato, altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Peggio di così? E dire che una consigliera di Quartiere di FdI, al Porto-Saragozza, aveva già sollevato da ingegnere tutti i problemi idraulici esistenti".