All’interno del Paladozza, di solito campo base delle partite di basket della Fortitudo, i componenti dei corpi di protezione civile di diverse regioni d’Italia, di stanza al palazzetto, hanno passato l’ultima notte tra le brandine sul parquet.
E il Carlino ha trascorso questi momenti insieme a loro. Durante la cena è la stanchezza ad accompagnare la festa. Gli eroi del fango tornano ricoperti di melma e affaticati dopo una settimana di lavori senza sosta. Intanto, gli amici e i colleghi di una vita li accolgono con un grande applauso e un piatto di pasta. Arrivati a questo punto, ci sediamo anche noi a tavola e ripercorriamo la drammatica settimana iniziata alle 7 di mattina di domenica 20 ottobre. I primi ad aiutare sono stati i corpi di protezioni civile, provenienti dal Veneto e dalla Campania, fino a un picco di 300 persone, raggiunto pochi giorni dopo grazie all’aggiunta «degli amici» della regione Lazio.
Prima, però, il momento più complesso: la terribile notte tra sabato 19 e domenica 20, quando è stata attivata tutta la macchina comunale, con "la priorità di salvare vite, entrando nelle case di chi era più in difficoltà”, racconta Massimo Bugani, assessore delegato alla Protezione civile, al Paladozza con Alberto Nuzzo, dirigente comunale della Protezione civile.
Tornando alle concitate ore di domenica mattina, Paolo Gargiulo della Croce Rossa parla di “momenti drammatici”.
E spiega che “sono stati fatti interventi sulle centrali elettriche condominiali allagate dopo che circa 13mila utenze sono rimaste senz’acqua ed elettricità. Ristabilita l’energia, ci siamo occupati di pulire le strade e drenare l’acqua dai sottopassi”.
Invece, tra giovedì e venerdì, grazie al supporto dell’Associazione nazionale alpini, in due giorni sono stati costruiti circa 15mila sacchi con una catena di montaggio che ha permesso di produrre il tutto in una notte in via dell’Industria. In piedi, di fianco alla tavola, Gargiulo ricorda: “Lavorando in sinergia con più enti devi conoscere il materiale di tutti e capire chi è più utile alla causa e in che luogo. Questo per inviare in modo mirato tutto l’occorrente. Ad esempio, gli ausiliari del traffico venivano con noi per dirigerci meglio e intervenire in modo tempestivo dal punto di vista strategico”.
Una settimana che "racconterò ai nipoti”, cercano di sdrammatizzare alcuni a tavola. La seconda fase è stata quella del ripristino generale, ancora non terminata. Bugani si lascia andare: “Grazie di cuore ai singoli cittadini che si sono messi a disposizione, coordinati dalle squadre di protezione civile organizzate”.
Dopo la cena, la stanchezza è tanta. Giusto il tempo di ricordare ancora quei minuti difficili, prima di arrivare alle brande, dove le squadre di soccorso possono – finalmente – addormentarsi.