Un ‘Modello Garisenda’ per mettere in sicurezza il sistema idrico. Matteo Lepore ne è sicuro: per rispondere a future alluvioni serve un gruppo di esperti dedicato, che sappia "ragionare in maniera nuova e strategica", dotando l’amministrazione di "un punto di vista più strutturato". Il sindaco lo ha detto chiaro e tondo intervenendo in commissione ‘Urbanistica’, battendo sul nodo dei tempi, perché questo "non vuole essere un piano da presentare nell’anno del mai, ma da realizzare già nei prossimi mesi".
"Abbiamo bisogno che insieme a Governo, Regione, Agenzia del Delta del Po e consorzi dei canali si costruisca una proposta per intervenire nella salvaguardia idrica – puntualizza Lepore –. Ed è fondamentale capire che, anche venissero finanziati quei 4,5 miliardi di piani speciali, non ci sono le risorse adeguate per il Comune e, quindi, occorre accelerare per costruire la progettazione". Da qui, il riferimento alla Garisenda malata: "Mese per mese stiamo portando avanti la messa in sicurezza dell’area e il piano di Protezione civile, poi ci sarà il restauro. Credo che per i canali dovremo fare lo stesso, con un pool di massimi esperti che conoscano non solo i temi idrici, ma anche la città, perché parliamo di un reticolo secolare".
E se la Torre ha avuto un budget di 20 milioni, in questo caso serviranno più risorse. Da Palazzo d’Accursio sottolineano come la Giunta abbia già approvato una delibera di variazione di bilancio a copertura degli interventi di somma urgenza necessari dopo il 19 ottobre: si tratta di quasi tre milioni e mezzo.
"Serve un piano esteso – continua Lepore –, che non si limiti a dire che fiumi e tombini vanno puliti o che bisogna mettere in sicurezza alcuni tratti liberando le strettoie. Nessuno vuole fiumi non manutenuti o i tombini sporchi, noi abbiamo il compito di andare oltre il buon senso e il dibattito sui social, liberando il campo dalle fake news e dalla campagna elettorale".
Un intervento sistemico, insomma, che metta in sicurezza torrenti e rii e che permetta alla rete dei canali di reggere l’urto di una maggiore quantità d’acqua che scende dai colli".
Occhio, però: "Non significa che dobbiamo chiudere il canale di Reno appena scoperto – mette in chiaro Lepore – perché, se pensassimo che è quella la soluzione, vorrebbe dire che non abbiamo capito cosa è successo a ottobre". Il piano, poi, verrà presentato al nuovo governatore regionale che verrà.
Intanto, le azioni in tema alluvione continuano e per il sindaco occorre agire sul fronte della Protezione civile. Lepore lancia l’appello: "Dobbiamo chiamare la popolazione e le associazioni di volontariato ad aderire al corpo di Bologna e degli altri Comuni. Abbiamo bisogno di volontari, di competenze e di formazione". È stato attivato, inoltre, un servizio di supporto in collaborazione con l’Ausl per sostenere i cittadini che sentono la necessità di un aiuto e di un accompagnamento psicologico.
Poi, c’è il fronte casa: dal 5 novembre sono spesi per un anno i mutui per abitazioni e attività colpite dall’alluvione, dopo il tavolo metropolitano attivato con Abi e istituti di credito. Il segretario della commissione regionale Abi, Mario Bernardi, ha comunicato di aver inviato indicazione alle banche di sospendere le rate dei mutui per dodici mesi. Infine, domani è prevista alla chiesa di San Paolo Ravone, in via Andrea Costa, ‘Solidarietà di strada’: un’iniziativa a sostegno delle famiglie colpite.