di Cristina Degliesposti
BOLOGNA
La firma è arrivata ieri pomeriggio: l’ordinanza per i ristori alle attività produttive colpite dall’alluvione di maggio nei territori di Emilia Romagna, Marche e Toscana è ora al vaglio della Corte dei conti, prima della pubblicazione in Gazzetta. Il commissario straordinario, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha confermato l’impianto anticipato dal Carlino: obbligo di perizia asseverata, utilizzo di apposita piattaforma (quella usata per il sisma in Emilia) per l’invio delle domande e della documentazione, vaglio da parte dei Comuni e successiva erogazione dei contributi. In particolare, ribadisce l’ordinanza nelle oltre 60 pagine licenziate, i rimborsi saranno al 100% delle spese ammissibili, seguendo però determinati scaglioni di pagamento: per danni fino a 40mila euro verrà dato il 50% d’anticipo e il restante a saldo, previo rendicontazione e relativi controlli; per danni sopra i 40mila euro, verranno liquidati subito 40mila euro, poi il restante a seguire, applicando comunque sempre un meccanismo di anticipo (50% del primo contributo concesso) e saldo.
Capitolo interventi. Per quanto riguarda gli immobili aziendali potranno essere rimborsati i costi sostenuti per ripristinarli o ricostruirli da zero altrove nel caso in cui la collocazione dei fabbricati sia, nel frattempo, incompatibile con i mutati piani di assetto idrogeologico. I danni alle pertinenze sono ammissibili solo se queste sono utilizzate per l’attività d’impresa, come nel caso dei magazzini. Anche per le spese di progettazione, esecuzione e direzione lavori sono fissate delle percentuali di rimborso, in proporzione all’importo complessivo dei lavori. Per le sole imprese culturali o ricreative sono ammessi a contributo anche gli interventi di restauro dell’archivio dell’attività. Possono essere chiesti i danni anche per i terreni produttivi irrimediabilmente persi e non più recuperabili. E in generale possono essere portati a rimborso tutti i danni direttamente collegabili all’alluvione a beni mobili e immobili utilizzati per l’attività d’impresa. Attenzione però: gli immobili, per ottenere il contributo richiesto, devono essere in regola con i titoli edilizi del comune, ad eccezione di quelli costruiti perimi dal 1967.
Le aziende. La domanda di risarcimento può essere chiesta da ogni impresa in attività, fuori da procedure concorsuali, che risulti però in regola con gli obblighi di legge previsti verso Inps e Inail. Regolarità è richiesta anche alle ditte che verranno incaricate dalle imprese committenti per i lavori di ripristino: dovranno applicare i contratti nazionali di lavoro e risultare nella white list delle prefetture. Tutti i pagamenti dovranno essere tracciabili. I Comuni potranno chiedere al commissario supporto in termini di personale tecnico per la lavorazione delle pratiche.
In linea di massima, i richiedenti i ristori avranno 18 mesi – prorogabili in particolari condizioni – per chiudere e documentare i lavori, nonché la rendicontazione delle spese sostenute.