Bologna, 22 ottobre 2024 – Scuole, chiese, strade, palestre, argini, ponti, stazioni, aziende e caserme. Tra Reno e Samoggia il nubifragio di sabato notte non ha risparmiato niente e nessuno. Centinaia di famiglie da giorni spalano fango e trasportano in strada oggetti e ricordi trasformati in masserizie.
Rabbia, stupore e solidarietà si mescolano al sudore di sportivi accorsi ad asciugare i parquet delle palestre di Calderino, Casalecchio e Zola. Dei fedeli impegnati a raccogliere acqua e fango che hanno invaso le chiese di Riale e di Ceretolo.
Sasso Marconi e Crespellano
Di docenti e bidelli in soccorso di aule e laboratori dell'alberghiero di Crespellano. Di volontari della protezione civile e vigili del fuoco che lavorano da giorni senza sosta sugli edifici pubblici e le decine di strade chiuse per le frane. Diciannove le strade interrotte solo a Sasso Marconi.
Tutto da rifare al centro giovanile intestato a Chiara Gualzetti nella piazza di Crespellano. Chiuso il ponte di Rigosa sul torrente Lavino che ha rotto gli argini tra Tombe e Lavino di Mezzo. Decine le aziende e le attività allagate per le esondazioni di rii e torrenti, come al Polo Cà d'Oro, in Valsamoggia, a ridosso della Via Emilia.
Monteveglio, investiti dalla frana
Con episodi estremi, come quello accaduto a Stiore di Monteveglio dove due persone, che tentavano di deviare il flusso dell'acqua che dalla collina sovrastante stava allagando la casa, sono stati investiti da una frana che li ha trascinati e semicoperti di terra e fango.
Salvati dai famigliari sono stati ricoverati con diverse fratture e lesioni al Pronto soccorso del Maggiore.
Isolati e bisognosi di cure in quanto cardiopatici, due anziani residenti ai Prati di Mugnano di Sasso Marconi, da 72 ore in attesa di soccorso e impossibilitati ad uscire di casa per l'interruzione della viabilità locale.