GILBERTO DONDI
Cronaca

Bologna, operata di alluce valgo. Donna muore per un’infezione

L’intervento a febbraio, poi il calvario di ricoveri in vari ospedali. Indagate cinque persone

Operata di alluce valgo, donna muore per un’infezione (Foto di repertorio Dire)

Operata di alluce valgo, donna muore per un’infezione (Foto di repertorio Dire)

Bologna, 5 agosto 2016 – Il pm Francesco Caleca ha aperto un’inchiesta per far luce sul decesso di una sessantenne bolognese morta il 20 luglio nell’ospedale di Imola. E’ stata proprio la direzione dell’ospedale imolese ad attivare la Procura, segnalando il cosiddetto ‘evento sentinella’. La donna era stata operata a febbraio nella clinica privata Villa Nigrisoli per correggere un alluce valgo ed era andato tutto bene. Era stata infatti dimessa il giorno dopo l’intervento senza problemi. Dopo circa un mese, però, la paziente ha cominciato a star male ed è andata al pronto soccorso del Maggiore, dove le è stata diagnosticata una grave forma di setticemia.

Da quel momento è iniziato il calvario. Mesi di ricovero al Maggiore poi, quando la situazione sembrava stabilizzata, il trasferimento a Montecatone. Infine, negli ultimi giorni, il peggioramento delle sue condizioni e l’ulteriore tarsferimento a Imola, dove appunto la donna è morta.

Dopo la segnalazione dell’ospedale, i carabinieri del Nas hanno sequestrato la cartella clinica e il pm ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e iscritto sul registro degli indagati, come atto dovuto a loro stessa garanzia in vista del conferimento dell’autospia, tre medici e due infermieri di Villa Nigrisoli. Si tratta dei due chiurghi, dell’anestesista e dei due infermieri che hanno preso parte all’operazione. L’altro giorno in Procura c’è stato il conferimento dell’incarico al medico legale Donatella Fedeli e a un infettivologo, alla presenza dell’avvocato nominato dalla famiglia della donna (che non ha sporto denuncia) e dei legali degli indagati, che hanno ovviamente nominato i propri consulenti di parte.

Gli esperti dovranno accertare come, quando e perché la sessantenne ha contratto l’infezione risultata fatale. E, ovviamente, se ci sono stati errori o negligenze da parte dei sanitari. Non è affatto detto che la sepsi sia stata contratta a Villa Nigrisoli. Anzi, la direzione della clinica respinge con forza questa ipotesi: «Siano sereni. Riteniamo che il tragico evento non abbia attinenza con l’operazione eseguita nella nostra struttura. L’intervento era infatti andato bene ed era stata regolarmente eseguita la profilassi antibiotica prevista dalle linee guida del Ministero della Salute. La paziente è uscita il giorno dopo e stava bene, non aveva febbre né altri problemi. Dopo non è stata più seguita da noi e l’infezione si è infatti manifestata un mese dopo».In teoria, la sepsi potrebbe essere stata nata per cause diverse, come per esempio da una medicazione mal eseguita. Proprio questo dovranno accertare gli inquirenti.