Quasi la metà delle domande di assegno di inclusione è stata respinta. Dal 18 dicembre 2023 al 30 settembre 2024, a Bologna, infatti, il patronato Inca-Cgil ha raccolto 2.433 domande di Assegno di inclusione (Adi) da parte di persone che fino alla fine dello scorso anno erano beneficiarie del Reddito di cittadinanza e il 44,51% è stata respinta. Sono i dati diffusi dal giornale di strada Piazza Grande, che in una nota definisce ’drammatica’ la situazione economica e sociale che emerge dall’analisi dei numeri sull’Adi.
Nel 2019, anno di implementazione del Reddito di cittadinanza, le domande presentate sfioravano le 3.400 unità e quindi erano circa mille in più rispetto ad oggi: persone che quindi hanno rinunciato in partenza a chiedere il sussidio, rileva Piazza Grande.
"L’allarme sulla povertà in Italia deve essere massimo e Bologna non può sentirsi esente dal problema", sottolinea Gianni Monte, responsabile organizzativo della Cgil, sempre dalle pagine del giornale. L’approfondimento sull’Adi, poi, segnala che circa metà delle domande attuali processate dal patronato Inca, per la precisione 1.308, provengono da persone nella fascia d’età tra i 51 e 67 anni.
Inoltre, su Piazza Grande "si pone l’accento anche su un ulteriore ostacolo – continua la nota – presente nel sistema di erogazione dell’Adi, che richiede non solo la dimostrazione della fragilità economica, ma anche quella dello ‘svantaggio’. Questa condizione aggiuntiva esclude molte persone che si trovano in situazioni economiche difficili, delineando una netta differenza rispetto al Reddito di cittadinanza che offriva sostegno a un pubblico più ampio, compreso chi viveva condizioni di fragilità economica temporanea".
In più, il patronato Inca segnala che "l’11% delle istanze, pari a 269 domande, restano ‘non definite’. Questo gruppo di persone è intrappolato in un limbo burocratico che si aggiunge alla loro già precaria condizione economica", sottolinea Piazza Grande. "La condizione di svantaggio deve essere certificata dalle amministrazioni competenti – spiega Monte – ma i processi attuali si sono rivelati complessi e lenti".
red. cro.