BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Alla Rocchetta i sogni di Lovecraft. Un fantasy tra le architetture arcane

In questi giorni si gira ’The Dreamlands’ del regista tedesco Huân Vu: "Ambientazione perfetta". Il film riprende il celebre ciclo in cui le persone possono varcare i confini dell’inconscio e dei mondi

Nel riquadro il regista Huân Vu (a sinistra) sul set di 'The Dreamlands' alla Rocchetta Mattei

Nel riquadro il regista Huân Vu (a sinistra) sul set di 'The Dreamlands' alla Rocchetta Mattei

Bologna, 3 luglio 2024 – H.P. Lovecraft nasceva a Providence nel 1890, esattamente sei anni prima che il conte Cesare Mattei morisse a Grizzana. Così lontani ma in verità molto vicini, i due signori, uno scrittore americano controverso e l’altro letterato, scienziato e omeopata, forse uniti da una parola: stravaganza. E oggi, due visioni del mondo o di mondi possibili si incontrano alla Rocchetta Mattei, un’architettura che mescola in modo eclettico stili diversi, dal medievale al moresco voluta da Mattei sul nostro Appennino, grazie a un film fantasy del regista tedesco Huân Vu : si tratta di ’The Dreamlands’, un’ambientazione creata da H. P. Lovecraft per una serie di storie, conosciute come ’Il Ciclo dei Sogni’, ambientate in un mondo in cui le persone riescono ad entrare attraverso i loro sogni. Dimensioni vaste e alternative, con terre, mari, creature, civiltà e un vivace mondo sotterraneo. Il film in lavorazione da un po’ di anni a Stoccarda, è finanziato grazie a un crowdfunding di successo, 200.000 euro raccolti, in cui l’elemento attrattivo è stato proprio il nome del regista, che una decina di anni fa aveva creato un caso con ’Die Farbe’, il suo esordio cinematografico. Ieri si giravano gli esterni, oggi gli interi, tra cui la cappella e il cortile dei leoni.

Huân Vu, perché avete scelto la Rocchetta Mattei?

"La storia si svolge per lo più nella Germania del 1927 e al centro c’è questa ricercatrice che compie studi sull’Encephalitis lethargica, una malattia del sonno che lascia senza parole e immobili come statue, che all’epoca fece molti morti. Lei si addormenta e si risveglia in un mondo parallelo, un dreamworld che alla Rocchetta Mattei si poteva ricreare perfettamente: cercavamo infatti uno stile orientalista che potesse aderire alla descrizione di Lovecratf delle Dreamland, storie con paesi che sono un misto di mediterraneo, romano, greco, arabo, orientale. In Germania non esiste nulla del genere, la Spagna è troppo lontana, Bologna è vicina per noi".

Il film mostra tanti effetti speciali e per questo la lavorazione è lunga. In Germania ci sono professionisti di pregio?

"Sì, ci sono tanti professionisti che lavorano al film e Stoccarda, in generale, è davvero un centro ricco da questo punto di vista. Molte parti di Game of Thrones sono state fatte a Stoccarda. Il mio co-produttore, Ian Roth, ad esempio, è un artista 3D che ha lavorato anche in Fallout, una serie televisiva prodotta da Amazon".

Qual è il cinema che la ispira?

"Quello che mostra scenari sognanti di un certo rilievo. Mi viene in mente ’The Fall’ di Tarsem Singh, con una forza visuale pazzesca, naturalmente Darren Aronofski e il suo immaginario, Martin Scorsese e ’Shutter Island’ per lo stile di dreamy film noir degli anni Venti, perché Dreamlands si svolge in mondi onirici ma anche in quegli anni lì".