BENDETTA CUCCI
Cronaca

Alice Rohrwacher: "È l’errore che ci fa umani. Cerco l’imperfezione"

Domani la regista sarà all’Accedemia di Belle Arti per il ciclo ’RiparAzioni’: "Aggiustare, recuperare anche i sentimenti"

Alice Rohrwacher: "È l’errore che ci fa umani. Cerco l’imperfezione"

Alice Rohrwacher: "È l’errore che ci fa umani. Cerco l’imperfezione"

di Bendetta Cucci

Alice Rohrwacher nella nostra città. Succede domani 7 giugno quando alle 17 sarà all’Accademia di Belle Arti per parlare di ’RiparAzioni’, serie di incontri sul processo creativo capace di riparare e colmare le fratture e gli strappi del reale, e poi dalle 20 alle Serre dei Giardini Margherita per parlare del suo cinema, presentare ’Futura’ realizzato con Pietro Marcello e Francesco Munzi e approfondire il tema ’In cerca della Meraviglia’.

Signora Rohrwacher, negli incontri in Accademia si cerca di raccontare come l’arte possa riparare un rapporto tra essere umano e mondo e affrontare la crisi dell’umanità: temi cari alla sua cinematografia.

"Parlerei più di crisi dell’umanesimo e quindi di ciò che ci rende umani, simili, che ci porti verso un territorio comune. Invece in questo momento mi sembra che si punti sulle differenze, su ciò che ci rende diversi, creando gruppi distinti. Nei miei lavori cerco sempre di raggiungere qualcosa che ci possa unire più che dividere".

Come si tiene in vita l’umanesimo?

"Qualcosa che ci rende umani è l’errore. In questo periodo in cui si parla tanto di intelligenza artificiale e di uno sviluppo della conoscenza e dell’esperienza sovrumani, quello che ci rende umani è l’imperfezione. È il passo tremolante sul filo del funambolo che lo rende umano, non è tanto la sua abilità a correre o a saltare sul filo. È il momento in cui tentenna che ci fa sospirare e che dà pathos a questa passeggiata, quindi è importante creare qualcosa che riveli questa fragilità, perché ci accomuna".

Che significato dà al concetto di RiparAzione?

"Riparare è un termine fondamentale del futuro, siamo così abituati a buttare e a comprare tutto nuovo... Riparare è faticoso, pensiamo all’oggetto quotidiano che si rompe e non esiste più nessuno per aggiustarlo, ai sentimenti che si rompono e che è difficile riparare. La nostra capacità di riparare, però, permetterà l’esistenza di un futuro migliore, con meno cumulo di cose rotte, e intendo anche sentimenti umani che trovano nuova vita. È un’azione fondamentale… Ci si ripara dalla pioggia, si ripara un torto commesso".

Tra i mondi più fragili c’è quello dei giovani. Da una parte ci sono gli attivisti, che una strada la stanno cercando, e dall’altra quelli che fanno fatica a trovare una propria collocazione e quella meraviglia che li guidi.

"I ragazzi sono il terreno di battaglia di questo momento, rispetto soprattutto all’economia che vede in loro i consumatori di domani. Al tempo stesso, però, mi sembra che stiano diventando più consapevoli ed è molto importante che noi, che siamo di un’altra generazione, creiamo delle cose che sappiano risvegliare il pensiero, dato che tanto intorno a noi cerca di non aiutare a pensare. Da appartenente alla generazione di cerniera con il Novecento sento molto la responsabilità di prendere la lezione di pensiero del Novecento e trasportarla in questo Millennio, sapendo comunque che loro sono molto più liberi di quello che eravamo noi".