Bologna, 23 agosto 2023 – Un anno fa , la vita di Alessandra Matteuzzi, 56 anni, è stata spezzata per sempre dall’uomo di cui era stata innamorata. Rientrava da una cena a casa della sorella Stefania ed era al telefono proprio con lei quando si è trovata davanti il suo ex Giovanni Padovani, 27. Armato di martello, l’attendeva davanti al portone. L’ha massacrata prima vibrandole un colpo con l’arma portata da Senigallia, poi l’ha finita a calci, pugni e colpi di una panchina di ferro trovata vicino all’ingresso del palazzo. Non lasciandole scampo.
Stefania, un anno fa cenava con sua sorella per l’ultima volta. Che giorni sono questi per lei?
"Pesanti. Ho tanti ricordi che mi tornano in mente, che succede sempre, ma in questo periodo di più. È difficile vivere sereni dopo quello che è successo".
Da quel terribile 23 agosto 2022 la sua vita è cambiata per sempre. In che modo?
"Mi sento sempre più sola. La mia famiglia d’origine non esiste più, è stata stravolta. È rimasta solo la mia mamma, che però è malata di Alzheimer in una casa di cura. Lei e Sandra erano molto legate e anche dovere gestire la sua patologia e il suo declino da sola è più pesante. Oltre a questo, c’è un senso di dolore e di angoscia che non mi abbandona mai. Perché non ho solo perso una sorella, ma l’ho persa in un modo atroce. E ogni volta che leggo sui giornali di una donna uccisa, e purtroppo continua a succedere troppo spesso, la vivo malissimo. Ogni volta è come se perdessi un’altra sorella".
Eravate al telefono, quando Alessandra è stata aggredita...
"Quegli attimi li ho impressi nella mente come se li avessi vissuti ieri. Ho anche tanti ricordi belli di lei, però".
Ha voglia di condividerne uno che in particolare la fa sorridere?
"Penso spesso a lei con la mamma, che la vestiva e la truccava, le metteva lo smalto e le acconciava i capelli. Quando penso a lei ho questi momenti di amore e di cura, in mente. Sandra aveva una vita semplice in realtà e prendersi cura della mamma era per lei un piacere. Ci metteva tanto amore".
La mamma come sta?
"Non volevamo dirle quello che era successo, all’inizio. Ma poi aveva iniziato a soffrire perché non vedeva più Ale, si era preoccupata e aveva smesso di mangiare. Perciò le abbiamo detto che c’era stato un incidente, che Sandra non c’era più e che era coinvolta anche un’altra persona, ma senza darle dettagli più chiari. Lì per lì l’ha presa molto male, ma almeno si è spiegata perché non l’andasse più a trovare. Ora però, a causa della sua malattia, continua a parlarne come se fosse viva, crede di averle parlato un minuto prima. Anche questo per me è terribile, un dolore che si rinnova".
A ottobre si torna in aula per il processo all’assassino di Sandra. Cosa si aspetta?
"La giustizia è l’unica cosa che mi è rimasta, l’unica speranza cui mi aggrappo nel vuoto che sento dentro".
Oggi ci sarà una fiaccolata in memoria di Ale. Dirà qualcosa ?
"Sarà un momento dedicato anche a tutte le altre vittime di femminicidio. Se l’emozione me lo permetterà, dirò che chi uccide una donna toglie la libertà. A lei di vivere, a chi le voleva bene di amarla. Il femminicidio è una piaga che va risolta e tutti uniti forse potremo cambiare qualcosa".