REDAZIONE BOLOGNA

Bologna, omicidio di Alessandra Matteuzzi: i parenti denunciano 25 haters

E continua il lavoro dei consulenti sui cellulari di Padovani; sarà analizzato anche il computer del lavoro di Sandra

Bologna, 27 ottobre 2022 - I parenti di Alessandra Matteuzzi, la 56enne assassinata a martellate e colpi di panchina sotto casa dall’ex fidanzato, il 23 agosto scorso in via dell’Arcoveggio, hanno querelato gli haters che hanno insultato la loro cara sui social, in particolare Instagram e Facebook.

Alessandra Matteuzzi aveva 56 anni
Alessandra Matteuzzi aveva 56 anni

Venticinque gli "odiatori" del web alla cui identità sta cercando di risalire la polizia postale, citati nell’esposto presentato in Procura dai familiari di Matteuzzi; tra loro anche Donatello Alberti, direttore della Croce Bianca di Ferrara, che nelle ore successive al delitto scrisse sui sociale: "Comunque anche lei come andava conciata, ovvio che il ragazzo era geloso", suscitando forti polemiche e finendo poi sospeso dall’associazione.

I familiari di Matteuzzi, assistiti dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, sostengono infatti che i commenti rivolti contro Alessandra ne abbiano “o ffeso reputazione e memoria, peraltro in un momento di particolare fragilità e sconforto della famiglia“. Non solo insulti diretti ma una serie di commenti e valutazioni che, secondo i familiari, fomentano odio, denotano spregevolezza e rappresentano una immotivata aggressione nei confronti di una persona che non può più in alcun modo difendersi.

Intanto, prosegue il lavoro dei consulenti sui telefoni cellulari di Alessandra e dell’ex compagno Giovanni Padovani, 27 anni, tuttora detenuto al carcere della Dozza; la scorsa settimana sono stati acquisiti altri due telefonini che erano in uso a Padovani e si trovavano nella sua residenza in Sicilia, regione in cui era impegnato come calciatore. Con questi, i tecnici hanno prelevato anche il computer di lavoro di Sandra, nel quale era stata trovata una cartella personale protetta da password: l’ipotesi degli inquirenti è che all’interno vi si possano rinvenire elementi legati alla sua storia con Giovanni Padovani – che è accusato di omicidio aggravato dallo stalking, dato che la ex fidanzata lo aveva denunciato pochi giorni prima di essere brutalmente uccisa – utili alle indagini. Il risultato delle analisi su questi apparecchi e sui cellulari già sequestrati è atteso per il 20 dicembre.