Bologna, 28 agosto 2022 - Si svolgerà martedì alle 16, al cimitero di Borgo Panigale, il funerale di Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni uccisa a Bologna il 23 agosto dall'ex compagno che da mesi la perseguitava. Alle 15.15 ci sarà la camera ardente al Cimitero della Certosa di Bologna, alle 16 è previsto il rito funebre.
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Uccisa a botte e martellate
Dalle analisi svolte, sono emersi i molteplici colpi al cranio e le altre lesioni a livello del torace che Alessandra Matteuzzi ha subito durante la follia omicida di Giovanni Paodvani. La causa della morte individuata dal medico legale Guido Pelletti, dunque, sarebbe stata un’emorragia dovuta allo sfondamento del cranio. La donna, soccorsa in via dell’Arcoveggio, a Bologna, è morta circa due ore dopo in ospedale.
Le ossessioni dell'ex
Alessandra Matteuzzi - 56enne rappresentante di vendita per uno showroom di abbigliamento - e Giovanni Padovani, 26 anni, si erano frequentati per circa un anno, quasi sempre a distanza, visto che lui giocava in Sicilia. All'inizio dell'estate erano erano stati insieme per qualche giorno, ma già in quesi pochi giorni c'erano stati litigi violentissmi. Tanto che, a fine luglio, lei l'aveva denunciato per stalking. Dalla denuncia emergono particolari inquietanti: "Tutte le volte in cui io ho accondisceso alle richieste di Padovani è stato per paura di scatenare la sua rabbia". Lo diceva il 29 luglio la vittima ai carabinieri. "Alla luce di tutte le occasioni in cui è riuscito ad accedere al condominio dove abito, ho sempre timore di ritrovarmelo davanti ogni volta che torno a casa, o quando apro le finestre", aggiungeva la donna.
Ma questo non è tutto: Alessandra Matteuzzi ha denunciato di essere controllata costantemente sui social dal compagno: "Ho potuto constatare - raccontava - che erano state modificate sia le email che le password abbinate ai miei profili, sostituite con indirizzi di posta elettronica e password riconducibili a Padovani".
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L'omicidio
Il 23 agosto, verso le 19, Padovani si è presentato con un martello sotto casa della donna e l'ha aspettata. Lei è arrivata circa alle 21, mentre era al telefono con la sorella (video).
Da lì, la furia omicida del 26enne si è abbattuta su Alessandra, che lo supplicava di andarsene. Ma lui non solo non se n'è andato, ma l'ha uccisa a botte e martellate. Massacrata in un fiume di sangue in pochi minuti, con una ferocia inaudita. La sorella Stefania, sempre in contatto telefonico con la vittima, ha chiamato subito le forze dell'ordine che si sono precipitate in via dell'Arcoveggio, alla prima periferia di Bologna. Ma quando gli agenti sono arrivati per Alessandra non c'era più nulla da fare: caricata in ambulanza, è morta poco dopo.
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L'arresto di Padovani
Lui è stato trovato sul luogo in cui aveva ucciso Alessandra ed è stato arrestato dalle forze dell'ordine. Il primo a intervenire dopo l'aggressione è stato un ragazzo, figlio di un vicino (video), al quale Padovani non avrebbe opposto la minima resistenza: "Non ce l'ho con voi, ce l'ho con lei - avrebbe detto a chi lo ha bloccato - non vedo l'ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto".
Giovanni Padovani
L'omicida è Giovanni Padovani, 26 anni, un calciatore e modello nato a Senigallia, in provincia di Ancona. Ha militato in varie squadre di serie D: tra cui il Giarre, il Troina calcio e alcuni formazioni marchigiane. La sua ossessione per Alessandra è iniziata a gennaio con agguati, litigate violente e piatti rotti. La vittima sarebbe stata costretta a rispondergli sempre al telefono, pena litigate furiose, e a mandargli video ogni 10 minuti per dimostrargli che non lo stesse tradendo. Nella sua lucida follia era arrivato a chiamare la casa di riposo in cui era ricoverata la madre di Sandra per accertarsi che la figlia fosse davvero lì.
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