Bologna, 22 marzo 2023 – Non più discussione teorica, ma concreta realtà. L’apertura del ’lotto Zero’ ha dato l’avvio alla realizzazione del Passante. Il primo cartello di inizio lavori campeggia in via Scandellara, nei parchi Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, fasce boscate parzialmente chiuse al pubblico. E a pagarne le conseguenze in questa prima fase è stato l’ambiente, con l’abbattimento di più di 40 alberi, alcuni di questi secolari.
Il disboscamento ha messo in allerta cittadini e studenti delle scuole del quartiere San Vitale. Appesi lungo il nastro del cantiere, fino a qualche giorno fa, alcuni cartelli colorati: "Cantiere Passante: cimitero di alberi"; "Alberi abbattuti per Passante a 16 corsie. È questa la città del futuro?".
Lamentele scritte, ora strappate via. Va detto che Autostrade prevede interventi per aumentare il verde nelle zone a ridosso del tracciato del Passante e ripiantumazione degli arbusti abbattuti in altre zone della città. Ma questo inizio fa storcere il naso ai cittadini: il Passante è davvero ’green’?
"Questo parco ha una vegetazione di almeno 30 anni, è una zona frequentata da cittadini e ragazzi, data la presenza della scuola – racconta Gianni Tugnoli, residente del quartiere –. Autostrade ha iniziato a disboscare, tagliando alberi di alto fusto con diametro fino a 115 centimetri. Ma non c’è nemmeno un’anticipazione di piantumazione, o almeno non ne siamo a conoscenza. Questi posti servivano per ossigenare la zona, e ora non ci sono più".
Nel ’lotto Zero’ si vedono decine di tronchi abbattuti, anche di piccola dimensione. "C’è il parco Chico Mendes – continua il signor Tugnoli –. Ma oggi non è più fruibile dai cittadini. È chiaro che il verde sarà sostituito da cinque anni di lavoro, volti ad allargare una striscia di cemento a 18 corsie". Le piante sono state segate dalle radici, e alcune di queste sono state estirpate: "Hanno triturato tronchi e rami, infatti c’era una montagna di almeno quattro metri di altezza di truciolato", aggiunge il cittadin o. Il truciolato è stato trasportato via.
Sul suolo raso dell’area ora ci sono due alberelli, che portano i nomi del sindaco Matteo Lepore e del presidente regionale Stefano Bonaccini. Oltre alle targhette, dei biglietti: "Non ho cura della salute dei bolognesi", e "Non ho fatto la valutazione di impatto sanitario".
Una provocazione rivendicata dai gruppi Amo Bologna, Bologna for climate justice, Extinction rebellion, Fridays for future e Legambiente: "Da oltre un anno decine di associazioni hanno chiesto la realizzazione di una Valutazione di impatto sanitario (Vis), ma Lepore e Bonaccini si ostinano a impedirla", affermano gli ambientalisti. Un altro segnale del malumore che accompagna la realizzazione della grande opera che, però, ormai è avviata. Ai cittadini non resta che aspettare, con la speranza che gli ultimi alberi sopravvissuti rimangano intatti.